Lazio

Fisco: cricca per pilotare ricorsi tributari, arresti a Roma

Coinvolti anche giudici. Le accuse: associazione per delinquere finalizzata alla concussione e corruzione

Un'auto della Guardia di finanza

Redazione Ansa

Una vera e propria cricca ha operato a Roma fino al giugno 2013 per pilotare i ricorsi tributari e per ottenere facili sgravi fiscali, dietro compensi proporzionati all'ammontare del contenzioso. Dopo oltre quattro anni di indagini, ed una serie infinita di intercettazioni telefoniche ed ambientali, il gruppo Frascati della Guardia di Finanza ha sgominato l'organizzazione.

Tredici ordinanze di custodia, dieci in carcere e tre ai domiciliari, sono state emesse dal gip Simonetta D'Alessandro su richiesta dei pm Stefano Rocco Fava e Giuseppe Deodato. Associazione per delinquere, concussione e corruzione, anche in atti giudiziari, i reati contestati a seconda delle posizioni.

Tra i destinatari delle misure restrittive, oltre ad avvocati, commercialisti ed ex dipendenti dell'Agenzia delle Entrate, anche tre giudici tributari: Onofrio D'Onghia Di Paola, della commissione provinciale, Salvatore Castello, commissione regionale, e Luigi De Gregori (provinciale). Quest'ultimo era stato già arrestato, in flagranza di reato, nel novembre 2013 dopo aver intascato seimila euro da un avvocato per agevolare il positivo esito di un ricorso, ma gli ulteriori accertamenti hanno portato alla scoperta, e da qui l'arresto di oggi (era comunque ai domiciliari), che precedentemente aveva sollecitato, invano, un commercialista a dargli 15 mila euro per un'analoga situazione.

Non solo il commercialista non aveva pagato, ma aveva denunciato De Gregori, il quale agiva in proprio tanto da non essere accusato di associazione per delinquere, presso le Fiamme Gialle di Velletri. Secondo la procura la base logistica attraverso la quale singoli contribuenti ed imprenditori potevano ottenere l'accoglimento dei propri ricorsi presso le Commissioni tributarie o sgravi degli accertamenti fiscali presso l'Agenzia delle Entrate era nello studio della commercialista Rossella Paoletti. Qui, è detto nel capo di imputazione, con la complicità di D'Onghia Di Paola da un lato, e degli ex dipendenti delle Erario dall'altro, si decidevano le modalità di accoglimento dei ricorsi nelle commissioni tributarie e gli sgravi relativi alle cartelle esattoriali. In tutti i casi con danno per la stessa Agenzia delle Entrate, la quale veniva condannata al pagamento delle spese di giudizio.

Tra l'altro è emerso che D'Onghia Di Paola oltre ad essere particolarmente esoso si faceva scrivere le sentenze di accoglimento dei ricorsi a lui affidati dagli stessi avvocati proponenti o dall'ex moglie commercialista. Oltre ai 13 arrestati figurano indagate altre nove persone: si tratta di contribuenti e di imprenditori che si rivolgevano alla cricca. Tra loro l'attore Massimo Giuliani. Secondo l'accusa avrebbe versato 65 mila euro per ottenere, in appello presso la commissione regionale, il rigetto di un ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una sentenza a lui favorevole e relativa a cartelle esattoriali di diversi accertamenti tributari per un ammontare di tre milioni di euro.

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