Dalla raccolta dei fondi per la campagna elettorale di Virginia Raggi ai conti miliardari dissestati del Comune di Roma. Un bel salto per Andrea Mazzillo, commercialista quarantenne nominato dalla sindaca M5S assessore al Bilancio, pedina chiave per far ripartire l'amministrazione 5 stelle del Campidoglio. L'assessorato alle aziende partecipate sarà invece l'ennesima sfida di una vita da imprenditore ad altissimo livello invece per Massimo Colomban, 67 anni, trevigiano, vicino alla famiglia Casaleggio. Accomunato a Mazzillo forse solo da un passato in altri partiti politici. Le due nuove pedine del puzzle della giunta Raggi ereditano le competenze prima assommate dall'assessore Marcello Minenna, dimessosi il 1 settembre.
Mazzillo e Colomban sembrano essere un compromesso tra l'anima romana e movimentista di M5S e quella nordista e tecnocratica dei simpatizzanti o contigui. Mazzillo é stato mandatario di Raggi per la raccolta di fondi nella vittoriosa campagna elettorale per il Comune. Ha curato il programma economico della candidata. "E' uno di noi", ha detto Raggi. Dottore di ricerca all'Università romana di Tor Vergata, esperto di finanza locale, dipendente in aspettativa di Equitalia, fino ad oggi era capo staff della sindaca con uno stipendio di 90 mila euro annui, giudicato troppo alto da molti attivisti del Movimento. Forse più numerose le critiche per il suo passato politico: Mazzillo si candidò nella Lista civica per Veltroni nell'allora XIII Municipio (oggi X), cioé Ostia, ma non fu eletto. Divenne coordinatore della Lista Roma per Veltroni nel XIII. Poi si candidò alle primarie per la segreteria regionale del Pd a sostegno di Nicola Zingaretti. Il padre, Luigi Mazzillo, é un magistrato, presidente di sezione della Corte dei Conti già presidente del Secit (il servizio ispettivo del Fisco) su nomina dell'allora ministro Rino Formica.
Più lungo per motivi non solo anagrafici il curriculum di Colomban, vero 'self made man', figlio di un artigiano e al lavoro da quando aveva 14 anni, passato da operaio a fondatore di una multinazionale, Permasteeelisa, leader nelle architetture monumentali. Azienda venduta ai suoi manager anni fa per investire tra l'altro nella ristrutturazione e valorizzazione di un antico castello veneto. Colomban ha poi fondato con altri grandi imprenditori come Arturo Artom la Confapri, una rete di imprese che si é avvicinata a M5S e in particolare a Gianroberto Casaleggio. Fino all'accusa di conflitto d'interesse perché alcune aziende avrebbero ricevuto parte del fondo per le Pmi costituito con i tagli agli stipendi dei parlamentari.
Colomban si vanta di non aver mai licenziato nessuno delle migliaia dei suoi dipendenti e di aver sempre "lavorato sul territorio", risanando numerose imprese. Ora dovrà però mettere ordine nelle decine di aziende partecipate dal Comune, molte delle quali a rischio chiusura. "Sono da sempre un indipendentista veneto, sogno uno Stato Federale tipo Svizzera", dice alla Zanzara su Radio 24. Non sa "quante sono le metro a Roma" e "di non conoscere il bus 64", che collega la stazione Termini a San Pietro nota tristemente per i borseggi. In serata Colomban dice di essere stato travisato e rettifica: "Penso ed ho detto che gli stati federali come la Svizzera, l'Australia, gli Stati Uniti o la Germania hanno dimostrato di funzionare con più efficienza rispetto agli stati centralizzati". "Per quanto si riferisce alle linee della metro o alle fermate la trovo demagogica - aggiunge -: prenderò servizio dalla prossima settimana e vedrà che approfondirò, ma spero, efficenterò le problematiche segnalate".
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