Lazio

Migrante ferito a Roma, indagata donna per lesioni aggravate

E' la zia del 12enne che aveva avuto diverbio con il ragazzo eritreo

Alcuni residenti del quartiere all'esterno del centro di accoglienza di via del Frantoio in una foto del 30 agosto

Redazione Ansa

E' stata iscritta nel registro degli indagati della procura di Roma, per lesioni aggravate dall'uso di arma, la zia del 12enne che aveva avuto martedì scorso un diverbio con un eritreo nei pressi del centro di accoglienza di via del Frantoio a Roma. L'iscrizione è avvenuta oggi sulla base di una informativa dei carabinieri che fa riferimento ad una colluttazione tra la donna e il migrante rimasto ferito dopo essere stato colpito con un oggetto contundente. La vicenda ha innescato l'assedio dei residenti al centro di accoglienza.

Il pm Alberto Galanti ha incaricato un medico legale di accertare l'attuale stato di salute dell' eritreo. L'uomo, 40 anni, è stato ferito alla schiena, ed è stato ricoverato in ospedale con una iniziale prognosi di 30 giorni. Nei giorni scorsi ha negato di aver lanciato sassi contro i bambini che erano in strada, figli e nipoti della donna ora indagata. Il ferimento, secondo quanto finora emerso, tra testimonianze discordanti, sarebbe nato dopo un diverbio dell' eritreo con i ragazzini. La donna si sarebbe recata all'esterno del centro di accoglienza per difendere i suoi figli, ha raccontato. Poi il parapiglia tra un gruppo di migranti e un gruppo di residenti giunti a sostegno della donna che lamentava di essere stata "sequestrata" dagli immigrati. Circostanza, questa, smentita da diversi testimoni. Ne è nato comunque un assedio dei residenti alla struttura del quartiere Tiburtino terzo, alla periferia est della Capitale. Il presidio umanitario di via del Frantoio, dove non era ospite l'eritreo ferito, è gestito dalla Croce Rossa di Roma ed è da tempo al centro di proteste da parte dei residenti.
   

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