Lazio

Lazio, Grasso: 'Sì a Zingaretti per svolta a sinistra'

"Portato all'attenzione del presidente Zingaretti le richieste emerse dall'Assemblea dei delegati di Liberi e Uguali del Lazio"

Redazione Ansa

Quello che in Lombardia è fallito, è riuscito nel Lazio: Liberi e Uguali sosterrà la ricandidatura in Regione del Pd Nicola Zingaretti, per "una svolta a sinistra". "In questi giorni - afferma il leader di LeU Pietro Grasso - ho portato all'attenzione del governatore le richieste emerse dall'Assemblea regionale sul profilo politico e sui punti programmatici in tema di sanità, mobilità, ambiente, rifiuti, lavoro. Ci sono tutte le condizioni - la sua conclusione - per costruire una alleanza di sinistra". "Abbiamo trovato punti di incontro e condivisione importanti che saranno utili a cambiare ed essere più forti" ringrazia il governatore. Un'intesa che ha scatenato le ire di Civica Popolare, fuori dalla coalizione di Zingaretti ma pronta ad appoggiare Renzi alle Politiche, che ora chiede un chiarimento al Pd: "Si lavora forse a due alleanze politiche diverse?". Intanto nel centrodestra è ancora stallo, e sono in molti a pensare che si finirà per appoggiare, tutti insieme, la candidatura del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.

Domenica è stato il giorno del centrosinistra. Zingaretti suona la carica: "Ora andiamo a vincere. Non tornino quelli che questa Regione l'hanno distrutta" cioè il centrodestra, e "non arrivi un manipolo di incapaci" pentastellati. A poche settimane dal 4 marzo prende dunque forma la coalizione del governatore Pd, e non sembra casuale che l'ok di Grasso arrivi oggi che Zingaretti ha messo in campo un'altra 'gamba' del suo schieramento, la Lista Civica che porta il suo nome: una compagine che mette insieme i consiglieri regionali uscenti dell'area Pisapia con medici, professionisti, giornalisti, docenti universitari, amministratori, nel segno di "un nuovo centrosinistra più ampio e inclusivo", uno schema che "rafforza la credibilità di vittoria". Manca ancora all'appello la 'quarta gamba' di quella che il governatore chiama l''alleanza del fare', e cioè i Moderati per Zingaretti: lista in costruzione nella quale sarebbero dovuti confluire, tra gli altri, alcuni candidati di area Lorenzin.

Patto sfumato, però, dopo la volontà espressa da Civica Popolare di correre nel Lazio con il suo simbolo. E oggi uno dei promotori di Cp, Lorenzo Dellai, alla luce del patto Zingaretti-Grasso bussa ai dem: "Ci aspettiamo un segnale di chiarezza. Un soggetto che ha già espresso orientamento per costruire una alleanza col Pd per le Nazionali - afferma - pare sia oggetto di veto da parte di LeU". Intanto, guardando agli avversari, nell'area di centrodestra in campo c'è solo l'irremovibile Sergio Pirozzi, su cui potrebbero finire per convergere anche FdI (il cui 'campione' sarebbe, nel caso, Fabio Rampelli) e soprattutto Forza Italia, con qualche amarezza in più dovuta al fatto che, stando agli accordi, il candidato unico sarebbe dovuto uscire dalle loro file. Sembra dunque un segnale di distensione e 'simpatia' la nota diffusa oggi dal sindaco di Amatrice: "Con me viene usato lo stesso metodo usato ossessivamente per 24 anni con Silvio Berlusconi - scrive - E' sempre stato descritto come il male assoluto, mancava solo che gli attribuissero l'incendio di Roma o l'omicidio Kennedy. Chi teme la popolarità e la diversità rispetto alla politica tradizionale reagisce così".

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