(ANSA) - ROMA, 18 LUG - Un cercatore che guardava al passato,
agli stili e ai linguaggi classicheggianti con l'effervescenza e
lo spirito dell'avanguardia. Personaggio difficile da
classificare, Duilio Cambellotti fu un artista totale,
illustratore, incisore, grafico pubblicitario, scultore,
scenografo, con sconfinamenti di campo nelle arti applicate dai
risultati pregevoli nella ceramica, nella creazione di mobili
come quelli per la sede dell'acquedotto pugliese a Bari e delle
vetrate che abbelliscono la Casina delle Civette di Villa
Torlonia a Roma e la Chiesa dell'Ecce Homo di Ragusa.
A offrigli una fonte suggestiva di ispirazione, l'agro
pontino, dove lavorò per anni per migliorare le condizioni di
vita dei contadini delle paludi che il Fascismo avrebbe
bonificato. Terracina, uno dei centri della pianura a sud di
Roma da lui molto amato, rende omaggio a uno dei maestri della
prima metà del Novecento con una grande mostra dal 24 luglio al
20 novembre nella Chiesa di San Domenico, per l'occasione
riaperta al pubblico dopo un lungo restauro dei danni provocati
della bombe della seconda guerra mondiale. "Duilio Cambellotti,
al di là del mare" è curata da Francesco Tetro, già direttore
del museo di Latina dedicato all'artista romano e tra i curatori
dell'archivio della sua sterminata e poliedrica produzione. Un
centinaio di opere e un ricco repertorio di fotografie d'epoca
messe a disposizione dall'Archivio dell'Opera di Duilio
Cambellotti compongono un racconto dall'andamento antologico che
segue l'attività dell'artista-artigiano romano dalla fine
dell'Ottocento, quando esordì come disegnatore di manifesti
teatrali e pubblicitari, alle scenografie per tragedie e opere
liriche alla fine degli anni '40. (ANSA).
L'arte per tutti, la visione di Cambellotti
A fine luglio a Terracina il segno del maestro nell'agro pontino