Lazio

Con Sarah Bernhardt si spia il gioco del teatro

Affascinante spettacolo con Galatea Ranzi e Martina Galletta

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 08 NOV - E' un gioco che ci porta all'interno del senso e dell'arte del teatro, che è sempre finzione, ma non deve mai essere falsa, 'Lezione da Sarah'' che Pino Tierno ha tratto da ''L'arte del teatro'' di Sarah Bernhardt, per farci assistere al rapporto tra una grande attrice, la Bernhardt appunto interpretata da Galatea Ranzi, e una giovane allieva, Martina Galletta, cui fa da insegnate, così che si finisce per essere anche testimoni di quel particolare momento magico che per un interprete è il rapporto con un personaggio e il crearlo.
    Un vero gioco di bravura di due attrici, applauditissime e che replicano il lavoro sino a mercoledì 10 novembre all'Off Off di Roma e poi in tournee, entrando e uscendo in grandi personaggi della letteratura classica, discutendo come far sì che diventino veri, sul filo della regia ben mossa ma pure giustamente concentrata di Ferdinando Ceriani, che porta anche in scena alcuni spettatori dalla platea per dare qualche battuta all'allieva attrice. Sarah, moderna attrice che visse a cavallo tra Otto e Novecento, dalla parte di Zola sull'affare Dreyfus, volle Mucha come autore dei manifesti dei suoi spettacoli, ebbe vari amanti, da Gustave Doré a Georges Clairin, e un intenso rapporto, documentato da un ricco epistolario, con Gabriele D'Annunzio, professò pubblicamente la propria bisessualità convivendo con la pittrice Louise Abbéma, amò le eroine di Racine e di Shakespeare (fu prima donna a interpretare Amleto), ma anche fu prediletta interprete di Sardou, che per lei scrisse Fedora. Qui è come si ritrovasse nel mondo d'oggi, come testimoniano i rumori di traffico che arrivano da fuori, alle prese con una giovane attrice d'oggi, anche se nel testo non c'è alcuna allusione temporale, a sottolineare l'eternità del fare teatro, sempre al presente quando si realizza. Marie, la ragazza, entra nella scena buia emozionata e impaurita, dopo essersi appoggiata a una finta colonna che non l'ha retta, quando dalla platea una voce le grida ''Avanti!'' e poi le darà il primo avvertimento: ''Ci sono in scena colonne vere e finte, e bisogna sapere dove appoggiarsi, come nella vita''. (ANSA).
   

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