Al via il piano di selezione dei cinghiali per arginare la peste suina nel Lazio. Secondo i paletti fissati nella cabina di regia sulla peste suina è stato deciso che in 30 giorni deve essere raggiunto il target minimo di 400 capi da prelevare per la selezione: 200 nelle aree protette regionali e 200 fuori queste aree. Inoltre è stato anche deciso che entro 5 giorni si deve procedere all'abbattimento dei suini presenti nella zona infetta in un raggio di 10 km dai due casi positivi rilevati ieri in un allevamento.
Nella cabina di regia inoltre è stato deciso, entro 5 giorni, il completamento dell'installazione delle recinzioni sul Grande Raccordo Anulare di Roma da parte di Anas, al fine di bloccare i varchi di passaggio dei cinghiali. Prevista anche, entro il 17 giugno, la piena operatività di 10 gabbie nelle Aree Naturali Protette regionali per le catture di cinghiali. Entro 30 giorni dunque, sia dentro che fuori il perimetro delle aree naturali protette, si procederà al prelievo di almeno 400 capi che saranno messi nelle gabbie per poi essere selezionati e abbattuti.
Coldiretti, 50mila maiali a rischio nel Lazio - Sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne in commercio. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti dopo i 2 casi di peste suina individuati in un piccolo allevamento della zona perimetrata "rossa".
È necessaria, sottolinea la Coldiretti "l'introduzione di misure di sostegno per il settore suinicolo al fine di tutelare il reddito degli allevatori ma anche intervenire per un deciso contenimento della popolazione dei cinghiali che rappresentano il vettore di trasmissione della malattia". Per questo secondo la Coldiretti, è necessario intervenire con la modifica immediata dell'art. 19 della legge 157/1992 semplificando le procedure per l'adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento delle competenze dell'ufficio commissariale previsto dal Decreto Legge 17 febbraio 2022, n. 9. "Il rischio - conclude Coldiretti - è che l'emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree ad elevata vocazione produttiva con il conseguente pregiudizio economico che potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l'occupazione in un settore strategico del made in ltaly".
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