(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Una nuova fila di tabernae. Tracce di
crolli (terremoti o abbandono?).
La prima domanda, resa ancora più urgente dalla recente corsa
alla canditura Unesco, racconta la Soprintendente Speciale di
Roma Daniela Porro, "riguarda l'Appia 'perduta', o meglio quel
primo tratto dell'Appia antica, la grande strada che partiva da
Porta Capena per dirigersi verso sud". Dove passava e come si
snodava? Già perché come raccontano mura e reperti oggi nello
scavo ben in vista alle pendici di Caracalla, qui di "traffico"
ce n'è sempre stato molto. Soprattutto a destare gli studiosi è
quella distanza, 30 metri ovvero 100 piedi romani, tra le
tabernae appena ritrovate e quelle di età severiana, realizzate
per la costruzione delle Terme. "La misura - spiega Mirella
Serlorenzi, direttore scientifico dell'indagine - è proprio
quella citata dalle fonti e da un frammento della Forma Urbis
per la via Nova Severiana, costruita all'inizio del III secolo
d.C.dall'imperatore Settimio Severo. Ma dove passasse, se si
sovrapponesse alla via Appia, se l'allargasse o fosse una
complanare per il deflusso del pubblico non lo sappiamo". E
forse resterà un mistero, con i lavori che si devono fermare a 6
metri per l'acqua che zampilla dal terreno. Due sopra gli 8 del
basolato. (ANSA).
Appia Regina Viarum, si cerca il suo primo Miglio
Tra tabernae e monete, da scavi a Caracalla ipotesi su via Nova