(ANSA) - ROMA, 15 MAG - "Inizialmente eravamo tutti contrari
a quel progetto monstre da milioni di cubature, ma i timori
legati ai rischi di risarcimenti messi in luce dall'avvocatura
capitolina hanno portato la maggioranza ad un cambiamento di
posizione diminuendone l'impatto con un taglio delle cubature".
E' quanto ha affermato, nell'aula bunker di Rebibbia, l'ex
sindaca di Roma, Virginia Raggi, sentita nel maxiprocesso sullo
stadio della Roma che vede imputate circa 20 persone tra cui
l'imprenditore Luca Parnasi, Giulio Centemero, deputato della
Lega, Francesco Bonifazi, ex tesoriere del Pd, e l'ex presidente
dell'assemblea capitolina Marcello De Vito.
Rispondendo davanti ai giudici della ottava sezione
collegiale, l'ex sindaca ha affermato che "lo stesso Beppe
Grillo mi chiamava per capire come mai non riuscivamo a fermare
il progetto e gli spiegai che c'erano stati problemi interni
alla maggioranza e al M5s, c'erano due fronti. Anche Di Maio lo
sentivo spesso ed è normale: accade in ogni partito. Ricordo che
inizialmente non potevano conoscere il progetto stadio e
sposarono la nostra linea politica sulla contrarietà. Quando poi
gli fu rappresentato che la maggioranza non riusciva a chiudere
su quel punto e si doveva decidere sul progetto così come era o
sceglierne uno meno impattante si dovettero accontentare della
scelta del meno peggio". E ancora: "De Vito, come me era
contrario a quel progetto ma prendevamo atto che la maggioranza
si stava sgretolando e che non c'erano i numeri in aula per
arrivare ad annullare la delibera dell'ex sindaco Marino.
Certamente io come sindaco non potevo prescindere dalla
posizione dell'avvocatura che ventilava il rischio di richieste
risarcitorie". (ANSA).
Raggi, sullo stadio maggioranza si spaccò per paura risarcimenti
Sentita nel processo. 'Tra i progetti scegliemmo il meno peggio'