"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Monta la polemica sul post scritto su Facebook da Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca.
"Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero", scrive oggi su Facebook De Angelis, in risposta alle tante critiche subite dopo la sua dichiarazione sulla strage di Bologna. "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare - prosegue De Angelis in un altro post- . E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l'accertamento della verità, con l'utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo - ricorda De Angelis -. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio". "Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso", conclude De Angelis.
"Il coraggio di Marcello De Angelis sulla Strage di Bologna". Lo scrive Gianni Alemanno su Fb condividendo il post di De Angelis sulla Strage di Bologna nel quale si sostiene che Mambro e Fioravanti non c'entrino nulla.
"Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti". Lo dice il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca sottolineando che al momento il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione resta al suo posto: "essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato". "La stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna è stato l'episodio più straziante, è ancora una ferita aperta per il nostro Paese" aggiunge poi Rocca nella nota in cui prende posizione sulle parole del capo della comunicazione istituzionale de Angelis. "Le sentenze si rispettano e vista la mia professione di avvocato non posso che ribadire questo - aggiunge - Il rispetto per le sentenze non esime dalla volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati". Rocca prosegue affermando che De Angelis "si è espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che, per altro non è quella di portavoce come erroneamente riportato da numerosi giornali. La mia portavoce, infatti, è Carla Cace". Il ruolo di De Angelis è invece responsabile della comunicazione istituzionale della Regione: "un ruolo tecnico per il quale - sottolinea il presidente - è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l'indirizzo politico dell'istituzione che mi onoro di rappresentare".
Le parole di De Angelis sulla strage di Bologna sono "ignobili": lo dice la segretaria Pd Elly Schlein che chiede "dimissioni immediate". "Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia".
"Caro De Angelis, per fortuna lei vive in un paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Dunque nessuno la manderà al rogo. Semplicemente continueremo a combattere le sue idee in nome della democrazia e della costituzione repubblicana che i suoi amici volevano sovvertire. Il martirio le è precluso, le dimissioni no. Spero che Rocca si dia una mossa in questo senso". Lo scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda.
"Le parole di Marcello De Angelis sono inaccettabili. Negare la matrice neofascista della strage di Bologna e una verità giudiziaria che diverse sentenze hanno appurato è già di per sé grave, diventa gravissimo quando a scrivere tali affermazioni è il portavoce del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Se De Angelis è a conoscenza di elementi in grado di riscrivere la storia che ha visto condannato suo cognato Luigi Ciavardini, insieme a Mambro, Fioravanti e Cavallini, per l'ignobile atto terroristico, vada a riferire ai magistrati, in caso contrario taccia quantomeno per dovere istituzionale. Nel frattempo ci aspettiamo che il Presidente Rocca prenda le distanze e rimuova De Angelis dal suo incarico". Così in una nota il Gruppo M5S alla Regione Lazio.
"Quanto dichiarato ieri dal portavoce della Regione Lazio Marcello De Angelis sulla strage di Bologna è gravissimo e inaccettabile". Lo dichiarano in una nota Marietta Tidei e Luciano Nobili, consiglieri regionali di Azione-Italia Viva. "Si tratta di considerazioni inconcepibili sul piano storico, che negano la matrice neofascista dell'attentato accertata dalle sentenze e allo stesso tempo rappresentano un attacco inaccettabile nei confronti del Capo dello Stato, che proprio pochi giorni fa si era espresso con parole inequivocabili sulla vicenda. Nell'esprimere la nostra vicinanza ai familiari delle vittime della strage - concludono Tidei e Nobili - riteniamo doveroso e indispensabile che il presidente Rocca prenda in maniera netta e chiara le distanze dalle posizioni del suo portavoce".
"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
Il post di Marcello de Angelis su FB"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
Il post di Marcello de Angelis su FB"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
Il post di Marcello de Angelis su FB"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
Il post di Marcello de Angelis su FB"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
Il post di Marcello de Angelis su FB"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, scrive su Fb questo ed altro a pochi giorni di distanza dal 2 agosto "un giorno - puntualizza - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)". Solo tre giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, ha sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue de Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di 'parole gravissime'; lei e Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore". "De Angelis - dice Fabrizio De Sanctis, della segreteria nazionale dell'Anpi e presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina"
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