Una nuova polemica investe Marcello De Angelis, il responsabile della comunicazione della Regione Lazio. Dopo le affermazioni sulla strage di Bologna, ora spunta la notizia che ha assunto il fratello della compagna, Edoardo Di Rocco, nello staff della comunicazione.
Dopo la bufera scatenata una settimana fa per il suo post sulla strage di Bologna, si riaccende dunque la polemica sull'ex leader di Terza Posizione, questa volta appunto per l'assunzione del fratello della compagna. Da quanto si apprende, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca non sarebbe stato a conoscenza della scelta fatta da De Angelis. Per ora su questo il governatore, ignaro dell'assunzione all'origine delle nuove polemiche, tace dopo avere invece rinnovato la fiducia a De Angelis dopo il post in cui si diceva convinto dell'innocenza di Mambro e Fioravanti. Proprio sul post della discordia ieri la premier Giorgia Meloni ha voluto sottolineare che la "competenza è del presidente Rocca: non credo di dovermi occupare di De Angelis". Ma ora Rocca è chiamato a dipanare un altro casus belli che investe De Angelis. "Anche stavolta il presidente Rocca giustificherà l'operato di Marcello De Angelis? Ci auguriamo che non continuerà a ricoprire l'incarico di responsabile della comunicazione della Regione Lazio e di sentire una parola definitiva da parte di Rocca: cioè De Angelis si deve dimettere", commenta il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Filiberto Zaratti.
La notizia dell'assunzione rimbalza sui social. "Dio, Patria, ma soprattutto Famiglia", si legge tra i commenti.
Resta comunque in primo piano anche la polemica rispetto al post di qualche giorno fa sulla strage di Bologna. Oggi, nel 79° anniversario della strage di Sant'Anna di Stazzema, il sindaco della cittadina Maurizio Verona ha chiesto di non abbassare la guardia e anche "leggi nuove" per combattere il revisionismo.
"In questo contesto a mio parere - ha sottolineato il sindaco di Stazzema - va letta anche l'inaccettabile uscita di Marcello de Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, che sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 ha sostenuto di sapere per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini". "Siamo in un Paese in cui con il principio della libertà di opinione, che esiste ed è tutelata perché i fascisti furono sconfitti 80 anni fa. Ma ciò non giustifica accuse infamanti verso giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali', accusati di sapere e di coprire delle verità", conclude il sindaco Verona. (ANSA).
'Ha assunto il cognato', nuova bufera su De Angelis
D'Amato (Az): 'Rocca risponda'. Ma il presidente non era informato