Lazio

Aurora Giovinazzo, fighter di Mma per uscire da gabbie mentali

Protagonista in The Cage, con Solarino a Alice nella città

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 24 OTT - Ogni fighter di Mma (Mixed Martial arts) "si sceglie un animale di riferimento. Quello di Giulia, come vediamo nel film, è la tigre, che simboleggia benissimo la ricerca di una via di fuga dalle gabbie mentali in cui si ritrova rinchiusa". Lo dice un'interprete intensa e sorprendente come Aurora Giovinazzo, protagonista in The Cage - Nella gabbia, opera prima di Massimiliano Zanin, con Valeria Solarino, Brando Pacitto, Desirée Popper, Alessio Sakara (campione di Mma, che ha aiutato le attrici nella preparazione tecnica e le coreografie dei match, ndr), Patrizio Oliva e Fabrizio Ferracane, che debutta ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma.
    Il film, che esplora con autorevolezza i canoni dello sport drama, è prodotto da Rodeo Drive, Wave Cinema, Fairway Film con Rai Cinema ed ha una colonna sonora che vira tra le atmosfere, firmata da Motta. "Dentro di me, ho sempre provato un'emozione fortissima vedendo le vittorie delle donne nello sport. Un elemento che per il mio primo film di fiction volevo unire al tema delle gabbie, soprattutto quelle psicologiche, in cui ci chiudiamo da soli o lasciamo che lo facciano altri". La protagonista della storia, Giulia (Giovinazzo), è un'ex promessa delle Mma, che ha smesso di combattere dopo un trauma dovuto all'ultimo match. Vive le sue giornate lavorando in un piccolo zoo a conduzione familiare con il fidanzato, Alessandro (Pacitto), affettuoso ma possessivo, conosciuto nella comunità religiosa di Padre Agostino (Ferracane). Quando il suo vecchio allenatore (Oliva) le prospetta la possibilitò di tornare a combattere, nonostante le resistenze di Alessandro, Giulia ritrova se stessa.
    Per Aurora Giovinazzo, abituata allo sport a altissimo livello (è campionessa a livello mondiale di balli caraibici), era importante "mettermi alla prova, essere il più credibile possibile, anche davanti ai veri fighter. Così mi sono allenata per due mesi sei ore al giorno, sei giorni su sette, più le quattro ore abituali che dedico alla danza", Un'esperienza "che mi ha portato anche a innamorarmi delle arti marziali miste, per il rispetto, l'umiltà che ho trovato in questo sport". (ANSA).
   

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