Infiltrazioni mafiose in appalti e servizi pubblici, voti in cambio di favori, ma anche usura, estorsioni e traffico di droga. Maxi blitz antimafia all'alba ad Aprilia, in provincia di Latina. Venticinque le persone finite in manette, tra cui il sindaco della cittadina, Lanfranco Principi, eletto nelle fila del centrodestra e ora ai domiciliari.
Dalle indagini della Dia e dei carabinieri del Comando provinciale di Latina, coordinati dalla Dda di Roma, è stata accertata l'esistenza di un'associazione mafiosa radicata nella città pontina, già in passato terra d'affari dei clan e ad alto tasso di infiltrazione mafiosa. Per gli inquirenti l'organizzazione controllava completamente il Comune di Aprilia, sia dal punto di vista economico -imprenditoriale che amministrativo. Un gruppo strutturato che aveva anche potere di intimidazione nei confronti della amministrazione oltre che rapporti con i clan Casalesi e Polverino.
"Faremo il comune nel Comune. Un problema di un apriliano diventerà quello di tutti gli apriliani", affermava uno degli affiliati in una conversazione intercettata. Coinvolto nell'operazione anche il primo cittadino, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e turbativa d'asta.
Lanfranco Principi è finito sotto la lente non per le ultime elezioni del maggio del 2023 ma per quelle precedenti del 2018 quando divenne vicesindaco. In particolare, quando era candidato avrebbe accettato la promessa di due imprenditori legati all'organizzazione mafiosa di procurare voti in cambio di favori. Dagli accertamenti è risultato che almeno 200 preferenze sulle 453 da lui ottenute in quella tornata elettorale sarebbero arrivate grazie a questo patto.
Nella sua veste di vicesindaco avrebbe poi affidato lavori a ditte riconducibili al clan e posti di lavoro. Tra le persone raggiunte da misura cautelare c'è inoltre un assessore comunale mentre risultano iscritti nel registro degli indagati l'ex sindaco Antonio Terra e l'ex assessore ai lavori pubblici, Luana Caporaso. Entrambi consiglieri comunali dell'opposizione.
Per il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, l'operazione di oggi è la conferma che la mafia nel Lazio "c'è e che continua ad adeguarsi ed operare". Si tratta di "gruppi che hanno tutti le stesse caratteristiche di quelli che si trovano a Corleone, Partinico e in altri comuni della Sicilia e della Calabria" ha spiegato Lo Voi. Un dato importante da sottolineare, secondo il procuratore, "visti gli imponenti fondi del Pnrr e con il Giubileo alle porte".
Plauso agli inquirenti dalla presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, che sta procedendo alla richiesta formale per l'acquisizione degli atti dell'inchiesta. Mentre il senatore di Fratelli d'Italia, Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio, auspica che il sindaco di Aprilia "possa chiarire al più presto la sua posizione, fermo restando la massima fiducia nella giustizia". Il coordinatore regionale di Libera Gianpiero Cioffredi parla, invece, di uno "scenario terrificante nel quale criminalità organizzata ha costruito negli anni un potere di condizionamento della convivenza democratica nel territorio di Aprilia". Per Cioffredi è necessario un "risveglio delle coscienze ed un protagonismo dei cittadini nel contrasto alle mafie".
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