(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Soccombere al "diktat
automobilistico", in una città strangolata dal traffico,
trasformare le archeologie dell'antica Roma in un grande Luna
Park, smontare, ricostruire, trasferire e decontestualizzare a
piacimento senza interrogarsi sulla correttezza di questi
procedimenti. Filippo Coarelli, archeologo e accademico dei
Lincei, e Italia Nostra denunciano la presa "in ostaggio" della
Roma Antica che, "di giubileo in giubileo" vede soccombere
Fulloniche (lavatoi), basiliche, musei e mausolei.
Forse sarebbe stato opportuno valorizzarne il sito lì, nel luogo
accanto al Tevere, dove ha avuto la sua ragion d'essere, con le
sue strutture idrauliche, com'era appunto l'unica pratica
archeologica che abbia senso" sostengono.
Stessa sorte per lo "smontaggio di un intero isolato d'età
augustea giacente sotto i selciati di piazza Venezia e
ricomposto, forse, alla stessa quota su di un solettone di
calcestruzzo armato per la realizzazione di una stazione/museo
della metropolitana. Oppure i muri di un'antica stalla che
ospitava i corsieri del grande Circo Massimo a via Giulia, per
far posto ad un giardinetto di quartiere". Ma ancor più
paradossale, segnalano, è il caso del Templum Gentis Flaviae,
una stupefacente struttura sommersa appena sotto l'area di sosta
compresa tra piazza della Repubblica, via Parigi, via Emanuele
Orlando e la facciata del Planetarium, dove sono in corso alcuni
lavori di sistemazione del parcheggio. Lì sotto, a pochi
centimetri dalla superficie dell'asfalto, si trova una delle più
importanti architetture di Roma: il mausoleo con le spoglie
degli imperatori Flavi. Da quell'area proviene l'enorme testa di
Tito ritrovata nel 1872 durante i lavori di fondazione del
ministero delle Finanze.
Più volte Italia Nostra, insieme all'archeologo Coarelli, ha
fatto presente l'opportunità di un'indagine accurata degli
strati archeologici. Il più grande conoscitore di archeologia
della città ha infatti segnalato la necessità di completarne le
conoscenze e, attraverso una fase di studio, trovare una
sistemazione più congeniale, che consenta qualcosa di più del
semplice parcheggio. Ma la panoramica delle criticità
archeologiche capitoline non sarebbe completa senza citare
l'ultimo intervento: il riallestimento delle colonne su due
ordini sovrapposti, con la ricostruzione di parte del grande
architrave che sosteneva l'ordine superiore del colonnato della
Basilica Ulpia nel Foro di Traiano e la realizzazione di tre
gradini in marmo giallo antico che conducevano alla basilica
stessa. Intervento che lascia perplessi l'archeologo e Italia
Nostra "per il modo in cui è avvenuto e che rischia di
trasformare le archeologie dell'antica Roma in un grande Luna
Park". (ANSA).
"Roma Antica in ostaggio, l'archeologia come un luna park"
La denuncia di Italia Nostra e dell'archeologo Coarelli