Lazio

Fimmg, 'esplosione di casi Covid nel Lazio, anziani a rischio'

'Tornino mascherine in studi medici e ospedali e monitoraggio'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 16 LUG - "Da 1 a 3 casi per medico al giorno, con una diffusione non monitorata dei numeri nazionali, poiché è stato notevolmente ridotto il sistema di rilevamento dei tamponi. Questi i dati della Rete della Fimmg Roma nella regione Lazio, dove i numeri del Covid stanno risalendo in modo importante, con rischi reali per le persone anziane e debilitate", al punto che la Federazione ha già inviato un Alert ai medici di famiglia, con le misure da intraprendere, non ultima quella di attivare negli studi ove siano state allentate, le misure di protezione come mascherine e distanziamenti, fornendo le regole di approccio e le informazioni sui comportamenti da tenere per evitare contagi alle persone deboli.
    "La patologia influenzale ha lasciato la via ad un ritorno importante della malattia Covid, che ha circolato per tutto l'inverno e poi in background nei mesi successivi" dichiara Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma "attendiamo di conoscere quale variante stia circolando in Italia dopo che la variante KP3 negli USA ha già preso il sopravvento, ma il problema maggiore è che sono state smantellate tutte le misure di prevenzione, di controllo, il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto, e quindi il rischio di contagio per le persone anziani e fragili è elevatissimo. Non ultimo la caduta dell'obbligo delle protezioni individuali negli ospedali dal 30 Giugno".
    "C'è da precisare - conclude Maria Corongiu - che i dati ufficiali peccano di alcuni limiti in quanto molti cittadini eseguono il test in autonomia, non sempre dichiarano al medico la presenza della malattia, e quindi una consistente quota delle infezioni non viene rilevata neanche dai medici di famiglia." "L'incidenza nel Lazio attualmente è di 18 casi ogni 100.000 abitanti con le reinfezioni che sono al 48%, il sistema nazionale ha rilevato nel Lazio 1007 casi mentre in Italia sono 5548, numeri indicativi, ma lontani dalla realtà rilevata".
    (ANSA).
   

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