(di Francesca Chiri)
(ANSA) - ROMA, 06 AGO - Pioniere della contaminazione,
esploratore di nuovi linguaggi, cerniera tra natura e
tecnologia, chi meglio di Ryūichi Sakamoto potrebbe incarnare
l'ispirazione che ha dato vita da metà degli anni '80
all'esperienza di Romaeuropa Festival? E infatti proprio la
manifestazione di arte, performance, musica, danza e teatro
contemporaneo, cinema, omaggerà quest'anno il compositore che,
con il suo sguardo sempre rivolto al futuro e pronto ad
attraversare generi musicali e discipline, ha segnato in maniera
indelebile una parte della storia di questo festival sempre
all'avanguardia: dal 2004 fino al 2019 la sua presenza al ReF ha
assunto le più disparate forme, dal dialogo con Fennesz nel 2004
a quello con l'artista visivo Shiro Takatani per la mostra
Digitalife, fino all'ultimo indimenticabile concerto con Alva
Noto che ha chiuso l'edizione del 2019.
Quest'anno, dopo la morte del musicista, la trentanovesima
edizione del Festival rende omaggio al maestro con uno speciale
percorso a lui dedicato.
Romaeuropa si inchina a Sakamoto, tre eventi al Festival
Apertura alla cavea dell'Auditorium con la Brussels Philharmonic