(ANSA) - ROMA, 10 SET - "Quando avvenne la strage a Fidene mi
ero insediato da pochissimi giorni, forse cinque. Il tragico
episodio avvenne a distanza di poco tempo da un altro grave
fatto di sangue, l'omicidio di tre prostitute.
Il questore della Capitale ha aggiunto che "risultò evidente
che a Tor di Quinto l'organizzazione di come venivano
distribuite armi e munizioni non andava bene". In riferimento
alle segnalazioni inviate via pec dal commissariato di Ponte
Milvio sulle falle nella sicurezza al poligono, il questore ha
spiegato di avere "disposto un'indagine amministrativa per
capire cosa non ha funzionato". Nel corso dell'udienza è stato
sentito, sempre come teste, il prefetto di Roma, Lamberto
Giannini all'epoca dei fatti capo della polizia di stato. "E'
stata una vicenda di una gravità inaudita", ha affermato
spiegando che la Questura di Rieti aveva negato il porto d'armi
a Campiti. L'imputato ha fatto una breve apparizione in aula: il
suo difensore ha letto un breve messaggio nel quale Campiti ha
accusato il consorzio Valleverde di essersi ''trasformato in
un'associazione a delinquere". (ANSA).
Fidene:questore Roma,dopo strage scoprimmo irregolarità poligoni
Giannini, 'Rieti non concesso porto d'armi a killer'