Lazio

Caritas, a Roma 16.600 famiglie in attesa di un alloggio

Presentata una guida sulla residenza fittizia per avere diritti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 SET - La Caritas di Roma presenta il terzo quaderno di formazione della collana "Sguardi": un approfondimento sulla residenza anagrafica per le persone senza dimora e la loro iscrizione al Servizio sanitario nazionale con statistiche, aggiornamenti legislativi, esperienze concrete e proposte rivolte alle istituzioni, agli enti locali e alle comunità parrocchiali. "Senza residenza si è costretti a diventare invisibili e viene meno la cittadinanza ed è per questo che il primo passo da compiere per aumentare la sicurezza di tutti è quello di tutelare i diritti di chi è ai margini".
    Così Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, presenta il quaderno di formazione "Invisibilità e diritti".
    "La prima grande mancanza per coloro che vivono in strada - scrive Trincia nella presentazione -, oltre ad un tetto decoroso, è l'assenza di diritti e, con essa, la privazione della dignità di essere umano".
    Se l'impossibilità di avere una residenza è un problema grave nel nostro Paese, lo è ancor di più in una città come Roma dove, "da oltre mezzo secolo, permane un grave e inaccettabile problema abitativo. Sono quasi 30.000 i nuclei famigliari che hanno richiesto al Comune - ricorda Caritas - un contributo per pagare l'affitto; i provvedimenti di sfratto in pochi anni sono triplicati, arrivando nel 2022 a 6.591 (tanti per morosità incolpevole), di cui 2.784 eseguiti con la forza pubblica; 16.600 le famiglie in attesa di un alloggio popolare, con una attesa media di 10 anni, mentre 1.000 famiglie, in emergenza abitativa, sono ospitate a spese del Comune. Sono 4.000 le famiglie in alloggi occupati senza titolo. E ci sono quelli senza alcuna abitazione: erano 23.420 i 'senza tetto e senza fissa dimora' censiti dall'Istat al 31 dicembre 2021 nei 121 comuni dell'area metropolitana di Roma, la maggior parte dei quali nel territorio della Capitale. Il censimento indicativo ma non esaustivo realizzato il 20 aprile 2024 dall'Istat e da Roma Capitale con la collaborazione di ben 1.962 volontari ha permesso di individuare 2.204 persone che passavano la notte in strada nella sola area dell'anello ferroviario di Roma, comprese le stazioni ferroviarie di Roma Ostiense, Tiburtina, Trastevere e Tuscolana e nei quartieri residenziali del X Municipio (Ostia)".
    "Roma - spiega Trincia - è la prima città in Italia a stabilire che quello della residenza è un diritto sacrosanto e bisogna iscrivere all'anagrafe le persone che si trovano in città, anche se vivono in situazioni di disagio e irregolarità.
    Iscrivendole all'anagrafe, i genitori potranno lavorare, gli anziani percepire una pensione se ne hanno diritto, i bambini potranno avere un pediatra e la loro condizione sociale potrà cambiare". (ANSA).
   

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