(ANSA) - ROMA, 27 SET - Donne. Tutte diverse, ma con storie
simili.
Alla Casa internazionale delle Donne di Roma, istituzione
femminista nel cuore di Trastevere, Costabile e il cast hanno
parlato del film, di tutto il lavoro che c'è stato dietro, di
cosa può rappresentare. "Dentro 'Familia' c'è la complessità
della violenza sulle donne - ha commentato Giulia Minoli,
presidente della Fondazione Una nessuna centomila - che si
contrappone alla semplificazione del servizio pubblico".
Una complessità difficile da tradurre sullo schermo. Ciascun
attore ha dovuto studiare e riflettere sui temi trattati. Primo
tra tutti Francesco Gheghi, protagonista. "Una delle cose che ho
appuntato sulla mia sceneggiatura è: 'io sono figlio di mio
padre' - ha ricordato - la scena in cui tratto male Giulia
(Tecla Insolia) è quella di cui ero più insoddisfatto". Ma forse
a prendere il peggio dal proprio ruolo è stato Francesco Di
Leva, il marito violento: "mi sono interrogato molto - ha
affermato - ma poi mi sono dovuto lasciare andare ed essere il
cattivo. Quando interpreti i camorristi vieni riempito di
complimenti, quando sei quello che picchia una donna ti becchi
gli insulti. In quei casi chiedo scusa per lui".
Barbara Ronchi, ovvero Licia, la moglie e madre, ha parlato
della fatica "per capirla profondamente. Ma la sceneggiatura
andava in questo senso, ci sono rapporti misteriosi".
'Familia', però, è anche una storia risalente al 2008, quando
in Italia non esisteva ancora il reato di stalking, non si
parlava di violenza assistita, non c'era la legge 'codice
rosso'. Oggi il contesto è cambiato, ma resta il bisogno di
formazione. Anche per questo il film sarà proiettato nelle
scuole. (ANSA).
Familia di Costabile, "film necessario" sulla violenza domestica
In sala dal 2 ottobre. Oggi lungo incontro alla Casa sulle Donne