Lazio

Protocollo Asl Roma 1 e Regina Coeli per prevenzione dei sucidi

E contro il rischio di autolesionismo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 31 OTT - è stato firmato oggi il protocollo di prevenzione e gestione del rischio autolesivo e suicidario presso la casa circondariale Regina Coeli, un passo in avanti significativo nella promozione della salute mentale e del benessere dei detenuti nella Regione Lazio. A firmare il protocollo la direttrice della casa circondariale Regina Coeli Claudia Clementi e il Commissario Straordinario della ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle, alla presenza del Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio Stefano Anastasìa, del direttore del dipartimento di salute mentale della asl Roma 1 Giuseppe Ducci, della Direttrice della UOSD Salute Mentale e Dipendenze in Ambito Penale della ASL Roma 1 Adele Di Stefano, del Direttore della UOSD Assistenza Sanitaria Regina Coeli - Distretto 1 della ASL Roma 1 Luigi Antonio Persico e del Comandante di Polizia Penitenziaria Francesco Salemi.
    Con questo documento, è detto in una nota, la Regione Lazio e la ASL Roma 1 intendono rafforzare le misure di intervento, supporto e monitoraggio in ambito carcerario, integrando le competenze del personale sanitario e penitenziario in un intervento di sistema volto a ridurre i rischi legati a fenomeni critici. Tra le azioni previste la valorizzazione degli interventi dei Peer Supporter, i colloqui e l'osservazione da parte dei diversi operatori per favorire adeguati processi di adattamento, l'informazione sull'offerta e le attività delle aree sanitarie, educative e di sicurezza e sulle modalità di richiesta di supporto, l'organizzazione di gruppi di accoglienza con Psicologi della ASL Roma 1 ed educatori, il monitoraggio dei casi più vulnerabili, la formazione degli operatori per la rilevazione dei rischi e gli interventi di primo soccorso con esercitazioni periodiche.
    "L'adozione del Protocollo di prevenzione e gestione del rischio suicidario a Regina Coeli è un passaggio importante di condivisione degli interventi da parte della ASL e della Direzione dell'Istituto. Sappiamo quanto Regina Coeli sia la frontiera più esposta al rischio suicidario a Roma e nel Lazio, fino ad avere il tragico record di 14 suicidi, il maggior numero di suicidi registrati in Italia tra il 2020 e il 2024. È questo l'effetto della sua funzione, di casa d'arresto della più grande area metropolitana nazionale, della sua utenza, particolarmente vulnerabile, della carenza del personale, della vetustà e inadeguatezza della struttura, cui si aggiunge un tasso di affollamento del 188 per cento, tra i più alti in regione e a livello nazionale", ha detto il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa.
    "Con questo Protocollo - prosegue Anastasìa -, la direzione dell'istituto e i servizi sanitari disciplinano le loro modalità di attivazione e intervento a sostegno delle persone che manifestino un rischio suicidario, già prevedendo momenti congiunti di valutazione della sua implementazione. È un segnale importante di reazione istituzionale alla drammatica successione di suicidi a cui stiamo assistendo a livello nazionale. Speriamo - conclude Anastasìa - che sia finalmente seguito da analoga sensibilità di altri interlocutori istituzionali, ciascuno per la propria competenza, nella riduzione delle cause ambientali del rischio suicidario, a partire dal cronico sovraffollamento e dal depauperamento dei servizi socio-sanitari sul territorio che ne è spesso l'origine".
    "La sinergia tra istituzioni e personale sanitario e penitenziario testimonia l'impegno comune verso una gestione umanizzata e attenta, con l'obiettivo di promuovere un contesto più sicuro per le persone sottoposte a misure restrittive", ha dichiarato il Commissario Straordinario della ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle.
    "Questo è un inizio: crediamo fermamente - continua il Commissario Straordinario - che tale approccio, con interventi multidisciplinari e tempestivi, possa fare la differenza, contribuendo a promuovere una cultura della salute e del sostegno in grado di prevenire proattivamente episodi di autolesionismo e di suicidio in carcere". (ANSA).
   

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