Lazio

Fragile, a Palazzo Valentini le tele di Vanessa Patitucci

Le opere dell'artista romana in mostra fino al 19 novembre

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 NOV - ''La vulnerabilità non va nascosta.
    Le fragilità emotive e psicologiche ci rendono sensibili, più umani e riescono a metterci in connessione con gli altri''.
    Vanessa Patitucci, artista romana, spiega così il filo che lega le quindici tele riunite nella mostra 'Fragile', dal 4 al 19 novembre nella Sala della Pace di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. Volti femminili, sguardi che fissano l' osservatore comunicando sofferenza, paura, solitudine e bellezza si susseguono nei dipinti dai toni decisi realizzati negli ultimi due anni in una alternanza tra pittura a olio, tecniche miste e disegno digitale. ''La fragilità, per me, rappresenta l'essenza umana nella sua forma più pura e vulnerabile - spiega - È la condizione che tutti viviamo, una sottile membrana tra la forza interiore e la possibilità di essere spezzati. Ho voluto esplorare questa dualità attraverso i volti, che raccontano storie intime di emozioni sospese, e i fiori, simboli della bellezza effimera e della transitorietà della vita. Le tumefazioni, invece, rappresentano le ferite che ci modellano, segnano e trasformano''. La giovane artista, classe 1990, descrive questa sua prima esposizione, patrocinata dall' assessorato alla cultura di Roma Capitale, come una raccolta di stati d' animo. ''Un viaggio interiore'' nel quale anche il titolo di ogni opera suggerisce una chiave di lettura esplicita, come il latino di 'Illusione del cuore' o di ''Insidie della mente'', e a volte più profonda legata ai nomi scientifici dei fiori che circondano l' occhio in primo piano del soggetto. Ad attrare Vanessa Patitucci sono state da sempre le figure di donne 'fragili eppure capaci di una forza silenziosa'' - in mostra l' unica eccezione è rappresentata dal volto maschile dai tratti femminili di 'Dhalia' - ma in questa occasione la sua attenzione si è concentrata sulla capacità dello sguardo, ''quella finestra sul mondo che non riesce a nascondere ciò che siamo dentro e comunica tante emozioni diverse''. Pittrice per passione da sempre, ha cominciato a dipingere in modo professionale nel periodo della pandemia. ''Mi ispiro a me stessa, Ho sempre considerato la pittura come una valvola di sfogo ma poi mi sono resa conto che tante persone condividono gli stessi problemi, le stesse ansie, le stesse paure''. (ANSA).
   

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