Lazio

A Palazzo Venezia tornano quattro affreschi misteriosi

Collaborazione ViVe-Hermes per il restauro delle opere

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Arriva a Roma il Grand Tour degli Affreschi e fa tappa a Palazzo Venezia dove, grazie all'opera di Hermes, sono state restaurate quattro opere destinate ad abbellire il piano nobile dell'edificio rinascimentale, quando saranno terminati i lavori di restauro del palazzo. Nell'attesa, i 4 affreschi saranno visibili nell'ambito del progetto Depositi in Mostra che, dal 2020, sta recuperando opere custodite nei meandri del palazzo romano per farle vedere ai visitatori. Quando torneranno agibili i saloni della dimora che fu di papi e ambasciatori saranno stati svelati anche l'autore degli affreschi, la loro provenienza e la loro rappresentazione iconografica: tutti aspetti su cui stanno lavorando ora gli storici dell'arte. Dei quattro affreschi, infatti, si sa poco: sono stati recuperati dal deposito dopo che erano stati staccati, forse a fine '800, dalle pareti di una villa, probabilmente un edificio che si trovava lungo il Tevere ed abbattuto quando sono stati realizzati gli argini del fiume con la costruzione dei muraglioni. Staccati dal muro, gli affreschi erano poi stati ricomposti su alcune tele ad inizio del '900, cosa che con il passare del tempo aveva gravemente compromesso lo stato della loro conservazione. A cui, ora, ha invece posto rimedio l'intervento di Hermes Italia che ha finanziato il restauro nell'ambito di un ampio progetto che ha già coinvolto varie città italiane, da Padova e Napoli e Bologna con ben due tappe a Roma, la prima nel 2023 quando era stato restaurato un affresco all'ingresso della chiesa di Santa Francesca Romana.
    "Con il Grand Tour degli affreschi vogliamo stimolare la coscienza di essere parte di un'economia della bellezza" spiega Francesca di Carrobio, amministratrice delegata di Hermès Italia e Grecia.
    Proprio il restauro di questi affreschi, compiuti da un'equipe diretta da Luca Pantone, servirà anche a svelare l'autore delle opere e la loro storia, portando a compimento "un intervento virtuoso di tutela e valorizzazione" delle opere, sottolinea la direttrice del ViVe, Edith Gabrielli che rinvia al risultato scientifico del lavoro degli storici dell'arte che sono all'opera: "le opere potrebbero essere della metà del 500 e i soggetti rappresentati potrebbero essere Giasone e Medea, ma anche su questo parleranno i ricercatori che sono al lavoro".
    (ANSA).
   

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