Lazio

I Carmina Burana e la musica di Sibelius per debutto Stasevska

All'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 DIC - Nuovo debutto all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia per una direttrice che sta riscuotendo successi sui podi delle maggiori orchestre del mondo: il 12 dicembre alle ore 19.30 Dalia Stasevska dirigerà per la prima volta l'Orchestra e il Coro di Santa Cecilia.
    Nata in Ucraina nel 1984 ma trasferitasi giovanissima in Finlandia dove ha compiuto gli studi musicali, attualmente è direttrice principale della Lahti Symphony Orchestra, direttrice artistica dell'International Sibelius Festival e Principale direttrice ospite della Bbc Symphony Orchestra. Nella passata stagione ha diretto la Cleveland Orchestra, Pittsburgh Symphony Orchestra, Danish National Symphony Orchestra, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Cincinnati Symphony Orchestra e Seattle Symphony Orchestra. L'artista verrà affiancata da un tris di cantanti italiani: Giuliana Gianfaldoni, Mattia Olivieri (che ha preso parte all'incisione di Turandot diretta da Antonio Pappano) e Marco Santarelli.
    La prima parte del concerto sarà interamente dedicata a Jean Sibelius, lo Schubert del Nord. Aprirà l'impaginato, dalle quattro Leggende di Lemminkäinen che si ispirano all'epopea del poema epico di metà Ottocento Kalevala, Il cigno di Tuonela, il "vero fratello nordico del Fauno di Debussy", un ritratto della terra della morte nella mitologia finnica, descritta in una nota della partitura come "circondata da un ampio fiume con nere acque e una rapida corrente sulla quale il Cigno di Tuonela scivola maestosamente cantando". Seguirà il Ritorno di Lemminkäinen, che descrive il ritorno dell'eroe in patria.
    Chiude la prima parte il brano Finlandia del 1899, nella versione di rara esecuzione per coro e orchestra.
    Nella seconda parte l'Orchestra, il Coro istruito da Andrea Secchi e il Coro di Voci bianche eseguiranno una delle composizioni più fortunate del Ventesimo secolo, i celeberrimi Carmina Burana (1936) di Carl Orff, una cantata scenica di ispirazione medievale con testi in latino e tedesco antico che esaltano la gioventù e i piaceri dell'amore e della natura: musiche molto amate dal grande pubblico anche grazie all'utilizzo frequente nella pubblicità e nel cinema. (ANSA).
   

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