Lazio

70% studenti non riceve formazione in IA, ma l'89% la usa

Indagine di Rome Business School

70% studenti non riceve formazione in IA, ma l'89% la usa

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Rome Business School ha presentato oggi i risultati di un'indagine internazionale "L'intelligenza artificiale e l'occupabilità del futuro per gli studenti dell'istruzione superiore", condotta su 3.600 studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni in Italia, Francia, Spagna e Colombia per Planeta Formación y Universidades, un network internazionale dell' istruzione superiore, creato nel 2003 da De Agostini e dal Gruppo Planeta, di cui Rome Business School è membro. Lo studio mette in evidenza le percezioni, le competenze e le aspettative degli studenti di fronte alle trasformazioni indotte dall'intelligenza artificiale nei loro percorsi accademici e professionali.
    Sara Morais, General Manager di Gad3, ha spiegato che l'89% degli studenti universitari in Italia utilizza strumenti di IA, soprattutto chi studia Scienze, Ingegneria e Architettura. Tuttavia, solo il 32% dichiara di saper sviluppare soluzioni proprie basate sull'IA, evidenziando un significativo gap nelle competenze tecnologiche.
    Per Antonio Ragusa, Dean di RBS, "L'intelligenza artificiale sta ridefinendo il panorama dell'istruzione e del lavoro, creando nuove opportunità ma anche sfide significative. I risultati di questa ricerca dimostrano che gli studenti sono sempre più consapevoli del ruolo centrale dell'IA, ma emerge chiaramente la necessità di potenziare le competenze in questo ambito. Come Rome Business School, prima business in Italia ad aver lanciato un master in IA, siamo fortemente impegnati nell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei nostri programmi, attraverso corsi dedicati, moduli di formazione per studenti e docenti, e collaborazioni con il mondo aziendale. Il nostro obiettivo è fornire ai futuri professionisti le competenze necessarie per sfruttare l'IA in modo etico, strategico e innovativo, garantendo loro un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro globale." Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 800 italiani, il 56% degli studenti ha indicato sia l'analisi di immagini e video sia il machine learning come le funzionalità più importanti dell'intelligenza artificiale. Seguono l'ottimizzazione delle attività e l'automazione. Per quanto riguarda le opportunità, il miglioramento della produttività emerge come il principale vantaggio offerto dall'IA (40%), seguita dai progressi nella ricerca (38%). In particolare, il settore delle Scienze della Salute è quello che attribuisce maggiore valore all'automazione e all'efficienza come opportunità chiave.
    Sul fronte delle sfide, gli studenti italiani individuano due principali criticità: la perdita di posti di lavoro dovuta all'automazione (33%) e le preoccupazioni etiche legate all'uso dell'IA (33%). I loro omologhi francesi si mostrano ancora più pessimisti per l'impatto sull'occupazione, con il 43% che considera la perdita di lavoro come la principale sfida, evidenziano anche i rischi legati alla protezione dei dati e alla privacy (29%).
    Nonostante le preoccupazioni per la potenziale perdita di posti di lavoro, il 31% degli studenti italiani ritiene che ci sarà spazio per nuove opportunità di lavoro, particolarmente in settori emergenti.
    Per quanto riguarda l'uso specifico dell'IA, la maggior parte degli studenti italiani (76%) dichiara di utilizzare principalmente strumenti di intelligenza artificiale generativa.
    A livello internazionale, questa tendenza si conferma con l'84% degli studenti intervistati che afferma di impiegare l'IA per questo scopo. Al secondo posto tra gli utilizzi più diffusi in Italia si trova l'IA come assistente personale, adottata dal 64% degli studenti. In Spagna, spicca anche l'utilizzo per la gamification, con il 31% degli studenti che ne fa uso, a fronte di un dato significativamente più basso in Italia (17%).
    Circa il 64% degli studenti italiani manifesta di essere motivato ad imparare in materia di intelligenza artificiale e riconosce l'importanza dell'utilizzo di strumenti di IA, particolarmente perché ritengono che l'IA "sia il futuro" (32%) o anche per interesse personale (26%). Invece, tra gli studenti che hanno espresso scarsa propensione (10%) all'apprendimento in materia di IA, la metà manifesta disinteresse per questa nuova tecnologia e un quarto esprime diffidenza.
    Per quanto riguarda l'istruzione in intelligenza artificiale, solo il 23% degli italiani studenti afferma di aver ricevuto almeno un minimo di formazione, in particolare coloro che studiano Ingegneria e Architettura. Andando a valutare la formazione ricevuta, il 73% degli italiani apprezza la qualità delle risorse e dei materiali forniti e il 69% la rilevanza dei contenuti per l'ambito professionale.
    L'impatto dell'IA sulla formazione e il mondo lavorativo La convinzione più diffusa sugli effetti dell'IA sulla formazione è la trasformazione della metodologia di insegnamento e apprendimento (57%). L'aumento dell'accessibilità, secondo gli studenti italiani, è un altro elemento importante di trasformazione dell'istruzione (52%).
    Andando a vedere il mondo lavorativo, la creazione di posti di lavoro qualificati (31%), l'automazione delle attività di routine (30%), e le nuove opportunità in settori emergenti (29%), sono le conseguenze positive più citate dell'IA nell'ambito occupazionale. Sussiste comunque la paura della perdita del lavoro: il 40% considera che l'IA farà sparire dei lavori specifici, particolarmente nei settori della manifattura (30%), i dipendenti amministrativi (17%) e i professionisti creativi (15%). Gli intervistati ritengono che saranno meno affetti i dirigenti, manager e imprenditori (2%) e i lavoratori del settore logistico (2%).
    Per mitigare le sfide poste dall'IA, gli studenti italiani ritengono fondamentale investire nella formazione. Il 74% sostiene la necessità di integrare contenuti sull'IA nei programmi educativi, con particolare attenzione alla formazione del personale docente. Tra le misure ritenute essenziali emergono anche le partnership con aziende tecnologiche (68%), la collaborazione con il settore produttivo (68%), l'emanazione di normative sull'uso dell'IA nel mondo del lavoro (39%) e l'attuazione di programmi di riqualificazione professionale (38%). L'importanza della formazione è particolarmente sentita tra gli studenti over 30 e quelli che frequentano un Master.
    Rome Business School presenta i risultati di un'indagine internazionale "L'intelligenza artificiale e l'occupabilità del futuro per gli studenti dell'istruzione superiore", condotta su 3.600 studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni in Italia, Francia, Spagna e Colombia per Planeta Formación y Universidades, un network internazionale dell' istruzione superiore, creato nel 2003 da De Agostini e dal Gruppo Planeta, di cui Rome Business School è membro. Realizzato in collaborazione con l'istituto GAD3, un riferimento nella ricerca sociale e nella comunicazione aziendale in Spagna, lo studio mette in evidenza le percezioni, le competenze e le aspettative degli studenti di fronte alle trasformazioni indotte dall'intelligenza artificiale nei loro percorsi accademici e professionali.
    Nel campus della Rome Business School Sara Morais, General Manager di Gad3, ha esposto che l'89% degli studenti universitari in Italia utilizza strumenti di IA, soprattutto chi studia Scienze, Ingegneria e Architettura. Tuttavia, solo il 32% dichiara di saper sviluppare soluzioni proprie basate sull'IA, evidenziando un significativo gap nelle competenze tecnologiche.
    Per Antonio Ragusa, Dean di RBS, "L'intelligenza artificiale sta ridefinendo il panorama dell'istruzione e del lavoro, creando nuove opportunità ma anche sfide significative. I risultati di questa ricerca dimostrano che gli studenti sono sempre più consapevoli del ruolo centrale dell'IA, ma emerge chiaramente la necessità di potenziare le competenze in questo ambito. Come Rome Business School, prima business in Italia ad aver lanciato un master in IA, siamo fortemente impegnati nell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei nostri programmi, attraverso corsi dedicati, moduli di formazione per studenti e docenti, e collaborazioni con il mondo aziendale. Il nostro obiettivo è fornire ai futuri professionisti le competenze necessarie per sfruttare l'IA in modo etico, strategico e innovativo, garantendo loro un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro globale." L'IA secondo gli studenti italiani: vantaggi, timori e utilizzi Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 800 italiani, il 56% degli studenti ha indicato sia l'analisi di immagini e video sia il machine learning come le funzionalità più importanti dell'intelligenza artificiale. Seguono l'ottimizzazione delle attività e l'automazione. Per quanto riguarda le opportunità, il miglioramento della produttività emerge come il principale vantaggio offerto dall'IA (40%), seguita dai progressi nella ricerca (38%). In particolare, il settore delle Scienze della Salute è quello che attribuisce maggiore valore all'automazione e all'efficienza come opportunità chiave.
    Sul fronte delle sfide, gli studenti italiani individuano due principali criticità: la perdita di posti di lavoro dovuta all'automazione (33%) e le preoccupazioni etiche legate all'uso dell'IA (33%). I loro omologhi francesi si mostrano ancora più pessimisti per l'impatto sull'occupazione, con il 43% che considera la perdita di lavoro come la principale sfida, evidenziano anche i rischi legati alla protezione dei dati e alla privacy (29%). Nonostante le preoccupazioni per la potenziale perdita di posti di lavoro, il 31% degli studenti italiani ritiene che ci sarà spazio per nuove opportunità di lavoro, particolarmente in settori emergenti.
    Questi risultati sono stati discussi nella tavola rotonda composta da Mario Nicosia - Technology Software Country Leader e Board Member Oracle; Emanuele Cacciatore - Offering, Innovation and Go-to-Market Director Engineering Group e Docente Rome Business School; Valentino Megale - Program Director International Master in Artificial Intelligence RBS e Silvia Bellucci - Program Director Executive Master in Data Science RBS, che hanno fatto riferimento ad esempi concreti tratti dal loro lavoro e dalle loro esperienze pedagogiche.
    "Non basta insegnare a usare gli strumenti, dobbiamo sviluppare una mentalità capace di adattarsi al cambiamento, integrare competenze trasversali e potenziare il pensiero critico. Il futuro dell'istruzione non sarà solo nella trasmissione di conoscenze, ma nella capacità di formare individui in grado di affrontare in modo etico e consapevole le trasformazioni tecnologiche", afferma Emanuele Cacciatore. "Non dobbiamo insegnare agli studenti solo a convivere con l'IA, ma a guidarla, controllarla e migliorarla. L'obiettivo dei formatori non deve essere l'adattamento passivo a un nuovo sistema tecnologico, ma la costruzione di una società in cui l'IA diventi un motore di progresso equo e sostenibile per tutti", conclude Silvia Bellucci. (ANSA).
   

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