Lazio

Giancarlo Monina presidente Poli Universitari penitenziari

E' ordinario di Storia contemporanea a Roma Tre

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 GIU - È Giancarlo Monina il nuovo presidente della Conferenza Nazionale dei delegati dei rettori per i Poli Universitari Penitenziari (Cnupp). Monina, professore ordinario di Storia contemporanea a Roma Tre, delegato del Rettore per il Polo Universitario, da circa vent'anni è impegnato nella formazione universitaria in carcere. All'interno della Cnupp, ha già rivestito ruoli significativi come coordinatore di Gruppo di lavoro e membro della Giunta nazionale.
    La Cnupp, istituita nel 2018 come organo della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), a oggi conta l'adesione di 44 atenei provenienti da tutte le regioni d'Italia. Questi atenei sono impegnati in attività didattiche, formative, di ricerca e di impegno culturale in oltre 100 istituti penitenziari. Nell'anno accademico 2023-2024, sono 1.707 gli studenti e le studentesse iscritti ai Poli universitari, appartenenti a tutti i circuiti di detenzione o che fruiscono di misure alternative.
    La Cnupp svolge un ruolo fondamentale nella promozione, riflessione e indirizzo del sistema universitario nazionale e dei singoli Atenei, garantendo il diritto allo studio per le persone private della libertà personale. Funziona anche come organo di rappresentanza della Crui nel confronto con il ministero della Giustizia, collaborando in particolare con il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Grazie a questi rapporti, sono stati stabiliti accordi, protocolli e linee-guida che regolano le condizioni necessarie per rendere effettivo il diritto allo studio universitario per gli studenti detenuti.
    L'attenzione verso il sistema carcerario e verso i diritti dei detenuti è sempre più all'ordine del giorno. Come ha detto recentemente papa Francesco: "Vogliamo dare speranza, andando oltre alla durezza della reclusione, al vuoto affettivo, alle restrizioni imposte e, in non pochi casi, alla mancanza di rispetto". Dare speranza - ricorda l'ateneo Roma Tre - vuol dire anche poter studiare e prepararsi a un ritorno nella comunità civile che coincida con il dovuto rispetto di chi ha pagato per le sue scelte sbagliate. (ANSA).
   

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