Lazio

Arrivano le nuove linee guida sull'inclusione all'università

La presentazione giovedì 9 a Roma Tre

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 07 GEN - Giovedì 9 gennaio, a partire dalle ore 15, presso l'Aula Volpi dell'Università Roma Tre, in Via del Castro Pretorio 20, a Roma, saranno presentate le nuove Linee Guida predisposte dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati all'Inclusione degli Studenti con Disabilità e con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (Cnudd).
    Le nuove Linee Guida si inseriscono a pieno titolo nell'attuale fase di profondo cambiamento della normativa nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, quale contributo della comunità accademica nell'attuare la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ed in particolare, il diritto all'istruzione fino ai massimi gradi.
    A dieci anni di distanza dalla prima versione, le nuove linee guida, di cui si sono dotati gli Atenei italiani, sollecitano un deciso passo in avanti per l'attuazione del diritto allo studio degli studenti in condizione di disabilità e con Dsa. Le linee guida varate nel 2014 si presentavano come una sorta di vademecum atto ad indicare gli strumenti per supportare gli/le studenti nel loro percorso universitario.
    Nel frattempo, il numero di studenti in condizione di disabilità o con Dsa che frequentano gli Atenei italiani è cresciuto considerevolmente. Stando agli ultimi dati disponibili, gli studenti con disabilità erano circa 21.000 mentre quelli con DSA poco meno di 23.000. Complessivamente si tratta del 2,5% della popolazione studentesca universitaria. Le nuove Linee Guida si pongono come un "documento politico" sull'inclusione che coinvolge tutta la comunità universitaria. A tal proposito, il presidente della Cndd - Alberto Arenghi dell'Università di Brescia - sostiene che "quasi certamente queste nuove Linee Guida sono l'unico documento politico in ambito universitario, in cui il concetto di inclusione degli/le studenti con disabilità e/o con Dsa e/o con Bes viene espresso non tanto e non solo delineando quali siano gli strumenti per supportarli, ma piuttosto come debba organizzarsi la comunità universitaria per garantire a tutti/e pari opportunità". (ANSA).
   

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