Liguria

Richiedenti asilo fanno pusher, smantellata catena dello spaccio

Operazione Labirinto 2 con arresto ritardato. Nel dicembre del 2017 altri 23 arresti

Redazione Ansa

La Polizia ha portato a conclusione l'operazione 'Labirinto 2', che ha permesso di far emettere 13 provvedimenti cautelari con l'arresto ritardato per altrettanti spacciatori che operavano nei vicoli del centro storico di Genova.
    L'arresto ritardato o differito permette di contrastare in modo più efficace lo spaccio al dettaglio. Un investigatore che scopre l'attività di un pusher, può non intervenire subito per poter sviluppare l'indagine e acquisire più elementi a carico del soggetto.
    Si tratta del secondo intervento di polizia giudiziaria, sotto l'egida del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, contro il radicamento dello spaccio al minuto nel centro storico di Genova, dopo quello concluso nel mese di dicembre dello scorso anno. In quel caso, sempre con l'arresto differito, vennero adottate 23 misure cautelari.

Avevano creato una catena di montaggio dello spaccio: c'era il corriere, la vedetta, il depositario e il pusher. Centinaia di cessioni di crack, hashish, marijuana gestite da centrafricani in maggioranza richiedenti asilo. Spacciavano davanti alle scuole e ai centri ricreativi, in pieno pomeriggio, tra i bambini che giocavano a pallone per strada, nei vicoli del centro storico e in particolare nella zona di piazza San Sepolcro. In molti casi vendendo dosi di droga anche a minorenni. Gli arrestati hanno da 20 a 30 anni sono del Senegal e del Gambia. I pusher non sono stati arrestati in flagranza di reato, ma sono stati monitorati per settimane, pedinati, fotografati e ripresi da telecamere e dopo due, tre cessioni di stupefacente venivano arrestati. Nel corso delle indagini gli agenti hanno documentato oltre 60 cessioni di droga, hanno sequestrato oltre 180 dosi di crack e 40 grammi di marijuana, mentre 30 clienti sono stati segnalati alla prefettura. Due dei 13 erano già finiti in manette a dicembre e dopo essere stati scarcerati erano stati sottoposti al divieto di avvicinamento nel centro storico. Il divieto è stato violato e i due sono tornati in cella.
   

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