L'attività portuale e logistica di Genova e Savona dopo il crollo di ponte Morandi stima un calo del fatturato annuo a -9,4% a fronte di un aumento dei costi del personale dell'8,4% e di altri costi del 4,8%: una perdita di valore aggiunto annuo che oscilla fra l'1% (85,7 mln) e -4% (205,7 mln). La perdita per il Nord Ovest è stimata a 980 mln annui che si protrarrà fino alla ricostruzione del ponte. E' uno degli scenari presentati da Confindustria Genova, Unige e Camera Commercio nello studio sugli 'Effetti economici indotti dal crollo del viadotto Morandi'. Lo scenario pessimista compreso nello studio arriva a stimare in 980 milioni di euro la perdita di valore aggiunto sul pil di Genova e del Nord Ovest legato alla crisi delle attività portuali e logistiche per ogni anno che passerà fino alla ricostruzione del Morandi. Un'ipotesi più ottimista si ferma a -5%, pari a 490 mln, mentre la media è di 784 mln. Gli extracosti delle aziende per il personale dipendente sono stimati in 68,2 mln. Dopo porto e logistica che sono i più colpiti, soffre di più il turismo: su Genova si stima una perdita del 6,5%, 94,9 mln, ma potrebbe arrivare anche a 146 mln. L'industria prevede di arrivare a agosto 2019 con una perdita di valore aggiunto di 53,5 mln, la media tra l'ottimistico -1% (24,3 mln) al pessimista -4% (97,3 mln). "Sono scenari che andranno monitorati - ha detto Giovanni Mondini, presidente di Confindustria -. Ci auguriamo che possano migliorare: se nei prossimi giorni la viabilità migliorerà ci auguriamo che possa avere in impatto favorevole sugli extracosti degli spostamenti e anche sui consumi".
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