Si sono svolti questa mattina nella cava dei Camaldoli, sulle alture del levante genovese, alcuni test sull'uso dell'esplosivo per la demolizione di ponte Morandi. La dinamite sarà utilizzata per abbattere le pile 10 e 11, quelle strallate, anche se mancano ancora l'ufficialità sulla decisione e dettagli su tempistiche, modalità e gestione della sicurezza. Stamani, intorno alle 8, erano sul posto, tecnici della struttura commissariale, delle aziende dell'ati dei demolitori, della Siag, società specializzata nelle demolizioni con esplosivo, nonché Arpal e Asl. "La simulazione è andata a buon fine" hanno fatto sapere i demolitori di Ponte Morandi. Quattro esplosioni, a distanza 15 minuti l'una dall'altra, per capire il comportamento di polveri e acqua nel momento del brillamento con dinamite sono state testate oggi dalle le aziende dell'ati dei demolitori di ponte Morandi, insieme alla società Siag di Parma, nella cava dismessa dei Camaldoli sulle alture del quartiere genovese di San Fruttuoso. Gli esperimenti per provare i sistemi di mitigazione delle polveri derivanti dall'eventuale demolizione delle pile 10 e 11, sul moncone est del viadotto Polcevera con l'uso di dinamite sono state positive secondo quanto trapela. Le cariche di esplosivo hanno generato delle colonne d'acqua che, salite verticalmente per decine di metri in maniera diffusa sono ricadute al suolo, creando di fatto una barriera idraulica rispetto alla diffusione delle polveri. Per l'intervento sul ponte saranno contemplate ulteriori misure di mitigazione come il rivestimento delle cariche esplosive con sacche piene di acqua e l'utilizzo di vasche, anch'esse pieni di liquido, posizionate sulla parte superiore degli impalcati. Si prevede anche l'utilizzo di getti d'acqua per contenere ulteriormente le polveri. All'attività di stamani hanno collaborato anche la polizia di Stato, con il nucleo Artificieri antisabotaggio, e i gruppi di volontari della Associazione incendi boschivi della Protezione civile.
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