Creare un vincolo di interesse con le aziende tra Giappone ed Italia con l'obiettivo anche di valorizzare e rilanciare patrimoni culturali. Questa una delle finalità del seminario a Genova al museo Edoardo Chiossone dedicato alle nuove potenzialità offerte dall'accordo di partenariato economico tra Unione Europea e Giappone entrato in vigore il 1 febbraio scorso.
Rappresentanti delle associazioni e organizzazioni italo-nipponiche – oltre alla Fondazione Italia-Giappone, l’Agenzia ICE con il Segretario Generale dell’Italy Japan Business Group, e JETRO (Japan External Trade Organization) – incontreranno aziende genovesi attente alle prospettive dell’interscambio con il Paese del Sol Levante. Lo stretto legame che unisce il museo Chiossone al Giappone (ancor oggi, nel mondo nipponico, Edoardo Chiossone gode di una straordinaria notorietà) è inoltre all’origine dell’attivo coinvolgimento della Fondazione Italia-Giappone nel seminario. Così come un contributo proviene da Invitalia, da anni impegnata nello scouting e nella facilitazione delle relazioni istituzionali di aziende giapponesi in Italia.
"L’accordo di partenariato fra UE e Giappone cancella per le imprese europee che esportano in Giappone 1 miliardo di euro di dazi l’anno – dichiara Luigi Attanasio, Presidente della Camera di Commercio di Genova - e apre un nuovo mercato di 635 milioni di persone. E parliamo di persone con forti interessi culturali e un’alta propensione al viaggio, per le quali il Chiossone, unicum a livello europeo, può rappresentare una chiave d’accesso anche commerciale ed economico'.
Immaginato per far da traino ad un’azione di sensibilizzazione del mondo delle imprese italiane e giapponesi attorno al rilancio del museo, il seminario vedrà nella presenza di rappresentanti della Commissione Europea e del Ministero degli Affari esteri del nostro Paese due importanti artefici dell’accordo commerciale con il Giappone, rappresentato nel seminario da Yugji Amamiya, Console Generale del Giappone a Milano. Il mondo delle imprese e dell’economia si riunisce nel gioiello progettato dagli architetti Mario Labò e Luciano Grossi Bianchi all’interno del parco della Villetta Di Negro, dal 1971.
Il seminario è inoltre occasione per presentare alcune case history della relazione tra i 2 Paesi. Tra queste quella che vede protagonista la Cascina Kyrie (set di alcune sequenze di Riso amaro) con l'obiettivo di produrre riso giapponese. La Tenuta Kyrie ha una superficie coltivata di 500 ettari, di cui 100 in agricoltura biologica. Si trova in Lomellina, nel centro del distretto risicolo italiano, il più importante d’Europa. Le produzioni coprono l’intero range merceologico del riso, dal superfino da risotto conservato a freddo, all’indica e al pigmentato, senza trascurare il riso da sushi, presente in azienda ormai da un decennio. L’azienda si pone l’obiettivo di introdurre l’approccio giapponese di qualità totale della produzione. Oltre alla cura agronomica, infatti, la millenaria cultura giapponese del riso ha sviluppato una sensibilità per gli aspetti organolettici e qualitativi che si traduce in tecnologie produttive assenti in Europa. Adottare il sistema di meccanizzazione della raccolta, l’essiccazione e la lavorazione giapponesi, rappresenta la nuova frontiera che l’azienda si pone con l’ambizione di produrre, primi fuori dall’Asia, un riso da sushi di altissima qualità, così come riconosciuto dallo stesso giudizio del mercato giapponese.
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