Per la procura contabile, così come per i giudici della sezione di controllo della Corte dei Conti, le partecipate della regione presentano molto criticità, e negli anni l'amministrazione non ha provveduto a razionalizzarle. Secondo il procuratore Claudio Mori, la regione gestisce le sue partecipate in maniera ''non economica, e senza alcuna valutazione dell'opportunità delle risorse investite".
Per la procura, sarebbero stati spesi 6 milioni di euro senza alcun vantaggio per la collettività. Secondo il procuratore Mori, molte di esse ''sopravvivono solo grazie alle risorse pubbliche''. Per la procura, non solo la Regione abusa dello strumento giuridico delle partecipate, ma le gestisce in un modo ''non economico, ed è emerso che le risorse pubbliche sono servite a risolvere problemi di carattere economico-finanziario delle stesse".
Nella relazione emerge anche come la Regione utilizzi Filse (la finanziaria regionale per lo sviluppo economico) per raggiungere risultati ''che altrimenti sarebbero vietati, dando luogo a un fenomeno palesemente elusivo''. Il procuratore Mori, poi, definisce, emblematica l'operazione di aggregazione Ire-Ips, l'agenzia di sviluppo della provincia di Savona a controllo pubblico finita in Ire, l'agenzia regionale Infrastrutture Recupero Energie, controllata da Regione Liguria attraverso la finanziaria regionale Filse: "si configura come un mero artificio per finalità indebite e prive di ragionevolezza".
La procura, per quanto riguarda l'operazione Ire-Ips, rileva anche delle violazioni per quanto riguarda l'aiuto di Stato, che ammonterebbe a oltre un milione di euro. Da qui la richiesta di sollevare la questione di pregiudizialità comunitaria alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, a cui ora sono stati inviati gli atti.
C.Conti, partecipate mal gestite
"Senza alcuna valutazione opportunità delle risorse investite"