Liguria

A.Mittal: consiglio Genova vota a difesa di lavoro e aree

Documenti condivisi durante seduta monotematica

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 29 DIC - "Intraprendere un percorso di condivisione attraverso un tavolo di lavoro permanente con Regione Liguria, sindacati e associazioni di categoria e unire le forze al fine di proteggere i lavoratori del sito genovese di Arcelor Mittal, specialmente in questa fase di grande emergenza sociale garantendo il futuro dello stabilimento di Cornigliano con l'accordo di programma". Questo il succo del documento votato all'unanimità dal consiglio comunale di Genova durante la seduta monotematica chiesta dalla minoranza e durante la quale sono stati discussi e votati anche 22 ordini del giorno sulle varie questioni legate all'ex Ilva. Il documento è stato illustrato all'aula da Fabio Ceraudo, consigliere M5s ma anche delegato Uilm a Cornigliano. Lo stesso Ceraudo ha chiesto, attraverso diversi documenti, anche che la giunta si attivi affinché sia istituito, in caso di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, un unico bacino per i lavoratori di pubblica utilità e di assicurare un futuro non residenziale per le aree che saranno progressivamente dismesse dall'acciaieria. Stesso concetto espresso anche dall'odg di Alessandro Terrile (Pd) che ha chiesto che le aree incluse nell'accordo di programma restino con destinazione industriale. Sempre il Pd è tornato anche sul tema della bonifica dell'ex centrale termica. Gianni Crivello (lista Crivello) ha invece sottolineato l'importanza dell'indotto dello stabilimento. Anche Lega, Fratelli D'Italia e Forza Italia hanno presentato ordini del giorno sulla salvaguardia dei lavoratori e sull'integrazione al reddito di chi è in cassa. Sul tema anche una nota del consigliere regionale e comunale della Lega Alessio Piana che afferma: "L'attenzione di Regione Liguria e del Comune di Genova non può essere indirizzata soltanto a livello locale verso il sito siderurgico di Cornigliano, dove c'è la lavorazione a freddo, ma a livello nazionale perché il sistema di lavoro regge soltanto se il sito di Taranto, completato il piano ambientale, continuerà la produzione con la lavorazione a caldo, per tutelare i posti di lavoro genovesi occorre quindi una decisa azione nei confronti del governo centrale". (ANSA).
   

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