Liguria

Salvini in post choc su Fb, imbavagliato come Moro

Deputato della Lega Rixi: la Digos indaghi, messaggio inneggia e promuove le finalità del terrorismo

Matteo Salvini

Redazione Ansa

 "Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino. Questa volta a dedicargli un post choc, un militante genovese de 'La Sinistra' che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che ritrae il leader della Lega imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle col commento "Non succede… ma se succede…", seguito dal pugno chiuso. Un atteggiamento che richiama subito alla memoria il rapimento del presidente Aldo Moro." Lo denuncia il deputato della lega Edoardo Rixi aggiungendo che il post "è comparso sul profilo del militante genovese intorno alle 23 e nel corso della notte è stato cancellato".
    Secondo Rixi, il post "inneggia e promuove la finalità del terrorismo degli anni di piombo nei confronti di un leader democraticamente eletto e che oggi rappresenta il primo partito in Italia. Un'azione - prosegue Rixi - che nulla ha a che vedere col confronto politico usato per fomentare l'odio e cavalcare l'ignoranza. Ora ci attendiamo da stampa Digos e magistratura di Genova la stessa attenzione riservata ad altri fatti dei giorni scorsi con indagini sull'autore del gesto e una forte presa di posizione contro il terrorismo rosso, senza fare pesi e misure diversi. Inoltre auspichiamo un serio dibattito sull'odio e l'istigazione alla violenza che trovano spazio sui social, con indagini vere e approfondite sull'autore di questo gravissimo gesto". 

Il post su Facebook

Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino.


   Secondo quanto appreso, la Digos della questura di Genova ha avviato un accertamento e la conseguente identificazione dell'autore del post che riporta in un fotomontaggio la foto del leader della Lega imbavagliato con, sullo sfondo, la bandiera con la stella a 5 punte delle Brigate Rosse. Il fotomontaggio rimanda all'immagine in bianco e nero che venne fatta trovare dalle Br in un sottopassaggio di Largo Argentina, a Roma, il 18 marzo 1978 dalle Brigate rosse insieme al comunicato n.1.

La Digos della questura di Genova ha depositato in procura gli atti relativi al post poi cancellato durante la notte. Federico Pinelli, questo il nome del redattore del post, potrebbe essere indagato per apologia di terrorismo oppure istigazione a delinquere, ma sarà la procura a qualificare l'ipotesi di reato.

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