Forse Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa ieri pomeriggio nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dal suo ex compagno, aveva avuto un presagio di quanto le sarebbe capitato. E due settimane fa, secondo quanto raccontato dal commesso che ogni tanto la aiutava, la donna si era pagata il funerale per evitare di pesare sull'anziano padre e sul figlio disabile.
Il pubblico ministero Giovanni Arena contesta l'omicidio volontario aggravato. Non è escluso che l'accusa possa aggravarsi e che gli possa essere contestata la premeditazione. Scapusi, difeso d'ufficio dall'avvocato Stefano Bertone, è arrivato in negozio con un coltello che poi ha buttato mentre scappava e che non è stato ancora trovato. L'uomo verrà sottoposto a perizia psichiatrica: l'incarico verrà affidato al medico Gabriele Rocca. Nei prossimi giorni verrà fissata la convalida del fermo.
"Non abbiamo sfortunatamente sentito nulla, altrimenti saremmo intervenuti. Renato ha aspettato che venisse sera e che se ne andasse il ragazzo dal negozio", ha detto una delle commercianti vicine di negozio. Scapusi aveva iniziato a perseguitarla subito dopo la fine della relazione, un anno fa. Telefonate, dispetti alle vetrine del negozio, piccoli danneggiamenti. Lei aveva denunciato solo una volta un danneggiamento e aveva detto di avere dei sospetti sull'ex. La denuncia era però stata archiviata.
Nel pomeriggio le attiviste di Non una di meno e del centro antiviolenza Mascherona hanno manifestato proprio in via Colombo, davanti al luogo della tragedia. Duecento persone hanno portato fiori e messaggi per Clara. "Basta chiamarlo raptus, basta chiamarlo delitto passionale" si legge in uno striscione.
Clara si era pagata il funerale
Manifestazione dei centri antiviolenza sulle donne a Genova