(ANSA) - GENOVA, 27 MAG - Il ponte Morandi era un'opera "tutta tappezzata di reti" e "non bisognava fare indagini per capire che i difetti nel tempo potessero evolvere anche repentinamente". A dirlo è Mauro Salvatore, dipendente di Aspi sentito come teste nel corso delle indagini.
Dalle carte emergono altri aspetti. Come la riunione il giorno dopo il crollo a Genova a cui partecipano l'ex ad Castellucci, ma anche l'ex numero tre Michele Donferri Mitelli e l'ex numero due Paolo Berti, insieme ai legali della società e al direttore del Cesi, la società che aveva suggerito ad Aspi di installare un sistema di monitoraggio permanente dinamico sull'infrastruttura. A raccontare l'incontro è lo stesso Andreis. "La riunione venne monopolizzata da Donferri e ci imputava di essere andati oltre l'incarico affidatoci e di avere suggerito di installare i sensori solo per scopi commerciali. In tale riunione sembrava che Donferri volesse giustificarsi per non aver dato seguito alle nostre raccomandazioni".
Nel corso dell'indagine è stato sentito anche l'assessore regionale alla protezione civile Raul Giampedrone. Il politico viene sentito in merito alla risposta a una interrogazione sulle manutenzioni del Morandi presentata dai consiglieri Paita e Ferrando nel 2017. Giampedrone ha raccontato al pm di avere inviato una richiesta scritta alla società, che non rispose mai, e di avere sentito al telefono l'allora direttore del tronco Stefano Marigliani che lo rassicurò dicendo che non vi era nessun problema strutturale. (ANSA).
Ponte Genova: dipendente Aspi,Morandi era tappezzato di reti
Nel corso di indagini sentito anche assessore ligure Giampedrone
