Carige ha chiuso il primo semestre dell'anno con una perdita netta pari a 49,9 milioni di euro, in riduzione rispetto al rosso di 97,8 milioni dello stesso periodo del 2020. Nel secondo trimestre, si legge in una nota, la perdita è stata di 10,1 milioni di euro in riduzione sia rispetto ai 39,7 milioni del primo trimestre 2021 che rispetto ai 42,7 milioni del secondo trimestre 2020.
Nel semestre i ricavi (margine di intermediazione) sono cresciuti a 203,2 milioni rispetto ai 148,2 milioni del periodo febbraio-giugno 2020, grazie alla spinta sia delle commissioni che del margine di intermediazione, complessivamente aumentati del 16,7% (semestralizzando il periodo febbraio-giugno per rendere la base omogenea), e solo parzialmente compensati dall'aumento dei costi 182,3 a 216,3 milioni. Il costo del credito annualizzato si è attestato a 54 punti base mentre "la progressiva messa a regime del nuovo modello di servizio ha consentito l'espansione dell'attività commerciale nel semestre", con l'aumento sia della raccolta a breve (+0,7 miliardi) che diretta (+0,4 miliardi) dalla clientela, che delle masse gestite (+0,4 miliardi), che dei crediti (+0,3 miliardi). Quanto agli indicatori patrimoniali, il Cet1 phased-in si riduce nel trimestre dall'11,5% all'11,4% mantenendosi al di sopra del minimo dell''8,55% fissato dalla Bce.