Liguria

Omicidio Cella: madre Nada, chi fece telefonate anonime parli

Non hanno cercato elementi a carico della Cecere

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 09 NOV - "Ho scoperto recentemente la storia delle telefonate anonime che parlavano di una certa Anna. Non so perché questo aspetto non sia stato approfondito, ma voglio fare un appello a chi fece quelle telefonate, si palesi perché io non voglio un assassino qualunque, voglio il vero assassino". Lo ha detto alla tv Primocanale Silvana Smaniotto, madre di Nada Cella, la ragazza di 25 anni uccisa 25 anni fa a Chiavari nello studio del commercialista dove lavorava. Il caso è stato riaperto dopo le indagini compiute dalla criminologa Antonella Pesce Delfino ed ha portato a indagare per omicidio una donna di 53 anni Annalucia Cecere, il commercialista dove Nada lavorava, Marco Soracco, e l'anziana madre di lui.
    Le telefonate in cui si parlava di Anna arrivarono una agli investigatori nel maggio del 1996, mese dell'omicidio, l'altra ad agosto nello studio di Soracco.
    La madre di Nada ha parole affettuose per la criminologa che ha fatto riaprire il caso: "Io la chiamo il mio angelo, ha fatto di tutto e di più, ha letto tutte le carte delle indagini. Ma molte persone hanno collaborato, ringrazio l'avvocato Sabrina Franzone, l'ex procuratore Francesco Cozzi e il pm Gabriella Dotto, e un carabiniere che adesso è in Procura, si chiama Luigi Modesti, aveva confidenza con mio marito e anche lui ha lavorato molto".
    La Smaniotto è laconica sui rapporti con Soracco. "Non ho mai avuto la possibilità di parlare con lui, l'ho fermato una volta ma non ha aperto bocca. Qualcuno su questa storia non ha detto la verità. Credo che elementi a carico della Cecere non siano stati cercati". (ANSA).
   

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