"Quello che accade a me accade a tanti nell'indifferenza generale". E' stata una testimonianza emotivamente molto forte quella di Walter De Benedetto, l'uomo che, affetto da una grave forma di artrite reumatoide, aveva auto-prodotto le piantine per colmare l'insufficienza di farmaci cannabinoidi a lui regolarmente prescritti e che per questo era stato processato e assolto.
Per De Benedettoi la più grande battaglia "riguarda il rapporto tra medico e paziente e tra paziente e sistema sanitario nazionale. Capita troppo spesso che un malato non veda riconosciuta la cannabis nelle quantità richieste e nelle modalità di somministrazione preferite soltanto perché si è instaurata una coltre di nebbia che rende impossibile vederci chiaro - ha detto -. Quello che posso testimoniare è che noi pazienti non riusciamo a trovare interlocutori competenti e capaci di ascoltarci. C'è bisogno di un pensiero pratico: a che cosa serve o a chi serve la cannabis illegale e a chi giova incarcerare qualcuno per dieci anni per aver coltivato dieci piante per se stesso? Che questo mio saluto - ha concluso - serva a portare tutti gli italiani a votare per la cannabis legale al prossimo importante referendum nazionale". (ANSA).
Io assolto, ad altri non riconosciuta terapia con cannabis
Standing ovation per Walter De Benedetto a Conferenza dipendenze