Liguria

Caso Cella: verrà sentito come teste il pm che indagò 26 anni fa

Attesi entro febbraio i risultati dei test del Dna

Redazione Ansa

 Dopo 26 anni verrà sentito come teste il pubblico ministero Filippo Gebbia che indagò sull'omicidio di Nada Cella, la segretaria massacrata nel maggio 1996 a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco dove lavorava. Gebbia aveva coordinato sia la polizia sia i carabinieri, che avevano compiuto i loro accertamenti in parallelo, ma aveva poi archiviato tutto. A lui chiederanno come mai vennero sottovalutati alcuni aspetti che oggi sono invece stati riaffrontati grazie all'intuito della criminologa Antonella Pesce Delfino e dall'avvocato della famiglia Sabrina Franzone che hanno fatto riaprire il caso.
    Nelle carte dell'epoca, infatti, oltre al nome di Soracco era stato iscritto quello di Annalucia Cecere, ex insegnante oggi di nuovo indagata. La donna era stata subito scagionata nonostante i carabinieri avessero trovato alcuni bottoni simili a quello trovato sotto il corpo della segretaria.
    Sentire così Gebbia potrebbe essere fondamentale. Gli inquirenti avevano già ascoltato negli scorsi mesi dirigenti di polizia e carabinieri allora impegnati nell'inchiesta. Oltre ai bottoni c'erano state le testimonianze di una mendicante, oggi morta, che aveva detto di avere visto la Cecere andare via da sotto lo studio con la mano sporca di sangue e fare agitato.
    Fornì pure un identikit: quando però i carabinieri le sottoposero diverse fotografie, non riconobbe Cecere. Infine le tracce di sangue sullo scooter. Sebbene i carabinieri avessero chiesto e ottenuto l'autorizzazione ai sequestri, e avessero in mano dichiarazioni di testimoni sul motorino di Cecere, nessuno pensò ad analizzarlo. Cosa avvenuta solo nell'inchiesta attuale.
    Se questi sono i fatti, poi ci sono voci di presunti depistaggi: l'ex insegnante prima del giorno della perquisizione in casa sua si cercò un avvocato. Qualcuno la informò? Intanto sono previsti per fine febbraio i risultati dei vari test del Dna sui reperti recuperati nello studio di Soracco affidati al genetista Emiliano Giardina.
   

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