(ANSA) - GENOVA, 13 FEB - Sono dieci le persone senza dimora
morte a Genova nell'ultimo anno a causa della durezza della vita
per strada. Le ha ricordate la Comunità di Sant'Egidio in una
messa celebrata nella basilica della Ss.
Tante le persone raccolte per fare memoria dei nomi e delle
storie di chi ha vissuto ed è morto ai margini della città: i
volontari, anche molto giovani, e moltissimi dei senza dimora
genovesi. Don Maurizio Scala, coordinatore del servizio per
strada di Sant'Egidio ha presieduto la liturgia. "Le persone che
ricordiamo - ha detto - sono morte per la durezza della vita, ma
anche per la durezza della nostra città che spesso non sa
fermarsi con chi ha bisogno. Ma questo tempo di pandemia, che
spinge a chiudersi, isolarsi, a tenere gli altri lontani, ci ha
mostrato anche che non c'è gioia da soli". Nel cuore della messa
- che da vent'anni Sant'Egidio dedica alla memoria di Pietro
Magliocco, che dormiva nella stazione di Sampierdarena ed è
morto di polmonite nel 1993 a 57 anni - i volontari hanno
ricordato decine di donne e uomini morti per le strade di
Genova. Storie diverse, accomunate spesso da un'età molto
giovane (l'aspettativa di vita di un senza dimora è di vent'anni
inferiore a quella degli altri cittadini) e da vicende di
fragilità e dipendenze. Silvio ha vissuto 25 anni per strada e
la sua salute ha avuto un crollo proprio quando Sant'Egidio era
riuscito a trovargli una sistemazione, Pavel, che dormiva nel
gabbiotto della fermata del bus davanti all'ospedale Galliera,
è morto a 35 anni per un problema cardiaco, e poi Manfred,
Tonino, Alice, Ignazio. "Erano miei amici - spiega commosso
Riky, che dorme per strada nel centro di Genova e tiene nella
mano un fiore giallo da deporre in omaggio sull'altare - anche
io, che in chiesa non entro spesso, ho voluto ricordarli. Spero
che un giorno qualcuno farà lo stesso anche per me". (ANSA).
Sant'Egidio, una messa per ricordare clochard morti per strada
Pavel, malato di cuore, morto in un gabbiotto davanti ospedale