Liguria

Bucci, Comune sarà hub per gestire accoglienza ucraini

"Serve anche un supporto sociale non solo economico ai profughi"

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 01 MAR - Non un hub cittadino per i generi di prima necessità ma un centro di smistamento che metta in contatto i profughi ucraini che cerchino un posto dove stare e le associazioni e famiglie che offriranno loro un tetto. Lo ha spiegato il sindaco di Genova Marco Bucci a margine dell'incontro con i vertici di Bper in vista della fusione con Carige. "Ci sarà anche un centro comunale di raccolta di generei di prima necessità - spiega Bucci - ma al momento ci è sembrato più efficiente il sistema della raccolta capillare, anche in attesa di capire come cibo, medicinali, abiti saranno poi inviati in Ucraina, quindi daremo la possibilità a tutti, associazioni, parrocchie, reti di cittadini, di attivare i loro canali preferenziali per raccogliere e inviare" "Avremo invece - continua Bucci - un hub dedicato alle persone, gestito dal Comune in accordo con la prefettura, per mettere in contatto chi ha bisogno di un posto dove essere ospitato e le associazioni, enti o privati cittadini che metteranno a disposizione stanze, strutture o case. Sono molte famiglie che ci hanno dato disponibilità a ospitare i profughi a casa propria, per quanto tempo non lo sappiamo". La sede dell'hub è ancora da definire anche se il lavoro sarà organizzato attraverso il numero verde già attivo: al numero 800 177 797. Il sindaco non ha dati precisi sulla consistenza degli arrivi dall'Ucraina, al momento: "Non sappiamo quanti sono i profughi per ora arrivati, non credo si tratti ancora di numeri elevati e chi è arrivato ha trovato accoglienza presso al comunità ucraina". Bucci conclude: "Insisto sul fatto che per i profughi ci vorrà non solo un aiuto pragmatico, economico, ma anche un supporto sociale per fare sì che a queste persone possa tornare il sorriso sulle labbra, bisogna fare in modo che il loro arrivo a Genova sia qualcosa di positivo, che non lo vivano come un esilio o una prigione, parliamo soprattutto di bambini o di donne i cui mariti sono finiti a combattere". (ANSA).
   

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