E' stata depositata presso il Tribunale di Roma l'istanza che dà il via a una class action da 4,5 miliardi di euro contro Aspi per "risarcire i liguri del danno d'immagine, economico e sociale subito a causa del crollo del ponte Morandi e dei cantieri autostradali infiniti". La più grande class action della storia d'Italia è stata promossa dal gruppo della Lista Sansa in Consiglio regionale della Liguria attraverso lo studio legale genovese dell'avvocato Mattia Crucioli, senatore de 'l'Alternativa c'è'.
Perché 3000 euro di danni a ligure
Ammontano a 2.954 euro per ogni cittadino ligure i danni provocati da Aspi a seguito del crollo del ponte Morandi. E' la stima indicata in uno studio di un team di esperti coordinato dalla commercialista genovese Elsie Fusco e citato dalla class action da 4,5 miliardi. L'azione legale collettiva ha già visto in questi mesi la richiesta di pre-adesione di circa 6.000 liguri. "All'inizio della nostra avventura avevamo ipotizzato un danno di mille euro - spiega il capogruppo della Lista Sansa in Consiglio regionale Ferruccio Sansa - ma dopo un lungo studio siamo arrivati a stimare un danno effettivo di 2954 euro". Il danno patrimoniale riguarda tre voci: aumento dei prezzi per i beni di consumo a causa dei trasporti più difficili, il calo del Pil regionale con un conseguente impoverimento, e il calo del valore delle case più accentuato rispetto al resto d'Italia. "Dall'incrocio di questi dati è emerso che ogni ligure avrebbe subito 977 euro di danni dal 2018 al 2020 più altri 977 euro dal 2021 al 2023, quando si prevede finirà l'impatto dei cantieri. A questi si aggiungono mille euro di danni non patrimoniali - sottolinea il consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi - che derivano da ore di coda che hanno causato un aumento dello smog, danni a salute e ambiente e l'aumento del 33% degli incidenti stradali mortali".