Liguria

Tenore lascia la prima di Manon e accusa il fumo in scena

Al Carlo Felice.Spettacolo riprende con altro cantante

Una scena della Manon Lescaut al Carlo Felice di Genova

Redazione Ansa

Due Des Grieux per la povera Manon Lescaut. E' successo ieri sera al Teatro Carlo Felice di Genova dove il tenore Marcelo Alvarez a poco più di un quarto d'ora dall'inizio, si è fermato in scena, si è rivolto al pubblico dicendo che non gli era possibile cantare per il troppo fumo in scena e se ne è andato lasciando impietrita la collega Maria Josè Siri, splendida interprete di Manon. E' calato il sipario nella sorpresa generale con qualche applauso per incoraggiare il tenore. Niente da fare, una mezzoretta dopo lo spettacolo è ripartito dall'inizio con un nuovo tenore, Riccardo Massi. E Massi dopo un avvio un po' teso (il pubblico lo ha immediatamente applaudito) è andato in crescendo non facendo rimpiangere il collega. Il fumo denunciato da Alvarez era quello del treno che il regista Livermore ha sostituito alla carrozza a cavalli prevista da Puccini. Va detto subito che il fumo in effetti c'era, ma nessuno dei tanti altri interpreti in scena (solisti e coro) ha dato l'impressione di soffrirne. In realtà Alvarez, artista di sicuro talento, non era per nulla in forma, tanto che già nell'arietta iniziale (Tra voi belle bionde e brune) si era trovato in evidente difficoltà. "La défaillance del tenore è intervenuta all'inizio dello spettacolo ben prima dei limitati effetti scenici peraltro erano stati ampiamente provati. Stupisce il comportamento dì un tenore di esperienza internazionale il quale avrebbe potuto semplicemente dichiarare con sincerità dì non sentirsi bene e congedarsi con dignità dalla scena", commenta il sovrintendente Claudio Orazi. Archiviato l'incidente, lo spettacolo è stato piacevole sotto tutti i punti di vista. Si trattava di una coproduzione del Teatro genovese con il San Carlo di Napoli, il Liceu di Barcellona e il Palau des les Arts di Valencia. Sul podio Donato Renzetti ha garantito una lettura di forte tensione emotiva. La regia di Davide Livermore era qui ripresa da Alessandra Premoli e ha proposto una lettura alquanto originale, ispirata dall'idea di spostare il luogo della morte di Manon dall'inesistente deserto della Louisiana alla reale Ellis Island, l'isola davanti a New York che, aperta proprio nel 1892 (l'anno prima del debutto dell'opera pucciniana), ha costituto il punto di accesso fino al 1954 dei tanti emigrati europei nel nuovo continente. Livermore ha dunque immaginato che nel 1954 il vecchio Des Grieux si rechi a rivedere il luogo dove Manon tanti anni prima era morta tra le sue braccia e ne rivive la storia. Una scelta interessante, costruita bene

   

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