Liguria

L'orgoglio gay riparte da Sanremo, 50 anni dopo mostra e corteo

Esposizione sulla storia del movimento farà tappa in tante città

Redazione Ansa

Le strade di Sanremo si sono tinte dei colori dell'arcobaleno per celebrare i 50 anni del primo gay pride d'Italia che si svolse il 5 aprile del 1972, davanti al Casinò, con l'intento di boicottare il convegno del Centro italiano di sessuologia, che sosteneva la cura, psichiatrica e neurochirurgica, dell'omosessualità. Un evento storico quello di allora, battezzato la Stonewall italiana - in memoria del locale gay di New York dal quale decollò la lotta per l'emancipazione - che a distanza di cinquant'anni ha visto sfilare oltre mille persone (tremila per gli organizzatori), con l'obiettivo di celebrare l'orgoglio omosessuale. La giornata si è aperta alle 10.30 con l'inaugurazione al Palafiori della mostra 'Sanremo Pride 1972-2022, comunità in mostra' visitabile fino a domani, che attraverso decine di immagini, giornali, libri, filmati, bandiere ripercorre la storia della lotta per i diritti del mondo gay. Per ricordare le prime vittime dell'HIV inoltre, è stata allestita un'esposizione di coperte-lapidi, ciascuna delle quali è dedicata a un 'caduto'. E poi il ricordo di Gino Grimaldi, il pittore italiano del Novecento, che svolse la parte più importante della sua attività artistica in un ospedale psichiatrico. "L'uso dell'ospedale psichiatrico come sistema di internamento - spiega Federico Orecchia (Arcigay Genova) - è stato uno dei metodi utilizzati, anche dopo la fine della guerra, in modo non schematizzato e non formale, per stigmatizzare, rinchiudere e controllare le persone omosessuali e in generale chi non rientrava nel novero delle persone considerate 'normali'. Parliamo dei cosiddetti "omocomi". Nella stessa sala viene anche ripercorsa la storia delle persecuzioni nel periodo nazifascista. "C'è tutto un percorso storico fatto di immagini e documenti - conclude - legati a quello che viene definito 'omocausto'". Il momento della parata, arriva nel pomeriggio. Il rendez-vous è a Pian di Nave. Centinaia di bandiere colorano la piazza: parte il corteo che imbocca la pista ciclabile e dopo aver attraversato il centro cittadino approda in piazza Colombo. Ci sono appartenenti alla comunità lbgt di tutta Italia: Milano, Brescia, Roma e Napoli. Ci sono famiglie con bambini e qualcuno venuto dalla Francia. Tra i più anziani c'è Marika Alloisio, 82 anni, di Serravalle Scrivia (Alessandria), che passa i suoi inverni a Sanremo. "Sono piemontese, ma sono venuta al Sanremo Pride per conto di mia figlia, che è lesbica. Sapevo che mia figlia fosse lesbica prima ancora di lei. L'ho vista crescere. Poi, quando verso i 14 anni, con le lacrime agli occhi, mi ha detto: 'mamma, ti devo dire una cosa', le ho risposto: 'so già tutto'. E' stato bellissimo". In testa al corteo, oltre all'assessore alla Cultura, Silvana Ormea in rappresentanza del Comune di Sanremo, c'è anche Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. "Cinquant'anni fa in questa città eravamo in quindici - afferma - ora siamo migliaia. C'è ancora tanta strada da fare, tanto che l'anno corso il nostro Paese non è stato in grado di approvare la legge contro l'omotransfobia. Ma noi siamo qui determinati a ottenere questo risultato: per noi stessi, per le persone a cui vogliamo bene e per l'Italia".

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