Si chiude con due indagati, Valter Cammelli, amministratore delegato di Amat la società mista che gestiva l'acquedotto di Imperia prima del passaggio a Rivieracqua (gestore unico del ciclo integrato delle acque in provincia) e Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di quest'ultima, l'inchiesta della procura di Imperia per inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, che tocca da vicino il depuratore comunale di Imperia.
A Cammelli (difeso dall'avvocato Stefano Savi, di Genova) e a Chiarelli (difeso dall'avvocato Fausto Mazzitelli, di Savona) si contesta in particolare di non aver ottemperato all'ordinanza sindacale contingibile e urgente del 24 gennaio 2020.
A loro carico c'è anche l'accusa di aver versato "nello specchio acqueo antistante la città di Imperia in corrispondenza della foce del torrente Impero e nei pressi della scogliera in località Ferriere, reflui dell'impianto di depurazione cittadino ovvero sostanze atte a imbrattare e/o a molestare persone, omettendo di eseguire la riparazione della condotta di rilancio a mare dei reflui di detto impianto".
A Chiarelli soltanto viene contestato il fatto di aver cagionato "abusivamente dall'1.10.2021 al 14.03.2022, per colpa, un deterioramento significativo e misurabile delle acque dello specchio acqueo antistante la città di Imperia ovvero, nello specifico, tra gli abitati di Borgo Marina ed Oneglia, zona assoggettata a vincolo paesistico-ambientale". (ANSA).
Depuratore Imperia:Ad e direttore Amat indagati per inquinamento
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