(ANSA) - GENOVA, 21 NOV - Potrebbe rientrare come
consulente dell'accusa il professore svizzero Bernhard Elsener,
il perito del gip che era stato sostituito nel corso del primo
incidente probatorio per il crollo del Morandi dopo una sua
intervista alla televisione svizzera. In quella trasmissione
aveva, in sostanza, anticipato alcuni giudizi e conclusioni
mentre le operazioni peritali erano ancora in corso.
Sono 58 le persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e
Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni) e
tecnici, ex e attuali dirigenti del ministero delle
Infrastrutture e del provveditorato delle opere pubbliche. Le
due società sono uscite dal processo patteggiando circa 30
milioni di euro. Secondo l'accusa tutti sapevano delle
condizioni del Morandi ma nessuno fece nulla seguendo la logica
del risparmio per garantire maggiori utili da distribuire ai
soci.
Elsener era stato intervistato nel 2019 e aveva detto che "il
viadotto non sarebbe crollato se la società avesse fatto le
manutenzioni. Perché il Morandi è caduto? E' basato su un
particolare sistema di bilanciamento: quando manca uno degli
stralli diventa asimmetrico e cade. Se nel 1993 avessero
riparato tutti i piloni, il ponte sarebbe in piedi".
All'udienza di oggi i pubblici ministeri hanno spiegato
infine di aver tolto dalla mole di oltre 60 mila documenti
depositati le sommarie informazioni testimoniali e gli
interrogatori mentre hanno tenuto i brogliacci delle
intercettazioni e le memorie depositate dagli imputati perché
ritenute acquisibili.
Infine l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo ha ribadito la
necessità di una nuova perizia sugli stralli non esaminati.
L'udienza è stata rinviata a lunedì per le eccezioni delle
difese sui documenti. (ANSA).
Ponte Genova: pm chiamano perito svizzero 'ricusato'
Accusa esclude pochi documenti, difese insistono su perizia