I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato il quadro 'Cristo risorto appare alla madre' del pittore fiammingo Rubens esposto in queste settimane a Palazzo Ducale a Genova. Quattro persone sono indagate per esportazione illecita di opere d'arte. Il dipinto, secondo quanto ricostruito dalla procura, sarebbe stato fatto uscire dall'Italia come appartenente genericamente alla scuola Fiamminga e poi autenticato come Rubens a Praga. Il passaggio sarebbe avvenuto quando già si sapeva che sarebbe stato autenticato.
Dalle indagini, coordinate dal pm Eugenia Menichetti e dall'aggiunto Paolo D'Ovidio, è emerso che il quadro apparteneva a una famiglia genovese che lo avrebbe venduto a 300 mila euro a un mercante. L' acquirente lo avrebbe poi rivenduto a un altro privato per oltre 3 milioni di euro. L'opera è poi tornata in Italia ed esposta per la prima volta al Ducale. Il quadro raffigura il Cristo risorto in piedi davanti a due donne inginocchiate. Entrambe le figure femminili rappresentano la Madre di Gesù. Una recente radiografia ha rilevato sotto la superficie pittorica la presenza di una seconda immagine femminile, simile dal punto di vista compositivo, ma iconograficamente diversa. La mostra è stata di recente prorogata fino al 5 febbraio.
Tela appartenuta alla nobile famiglia genovese Cambiaso
C'è anche un commercialista indagato nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al sequestro del dipinto "Cristo risorto appare alla Madre" di Rubens, esposto fino a oggi a palazzo Ducale per la mostra "Rubens a Genova". Il professionista avrebbe aiutato i due collezionisti, anche loro indagati, a costituire società all'estero per poter dissimulare la vendita fittizia per ostacolarne l'individuazione. Il quarto indagato è il figlio del commercialista. I militari hanno ricostruito che l'opera era di proprietà della nobile famiglia Cambiaso di Genova che lo custodiva a Palazzo Pitto, dimora inserita nel circuito dei Rolli (palazzi storici dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco), che aveva provato a venderla, sapendo la reale attribuzione, senza riuscirci. Erano poi riusciti a cederla, nel 2012, ai due indagati per 350 mila euro. I due mercanti l'avevano fatta restaurare nel 2014, facendo emergere la seconda figura di donna. I due avevano fatto uscire il dipinto dichiarando falsamente, all'ufficio esportazione della Sovrintendenza di Pisa, che era di un anonimo autore fiammingo e che valeva 25 mila euro. Dopo una serie di passaggi a società estere, il quadro è stato prestato per la mostra, secondo gli inquirenti, "anche per certificarne la paternità di Rubens e aumentarne il valore". La sala dove era esposta è stata adesso chiusa al pubblico per effetto del sequestro preventivo.
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