(ANSA) - GENOVA, 25 FEB - Pubblico delle grandi occasioni,
ieri sera, al Carlo Felice per "Tosca". L'opera pucciniana fra i
titoli più popolari in assoluto e il teatro genovese ha
registrato il tutto esaurito.
Cornice festosa per un bello spettacolo che riprendeva la
regia firmata alcuni anni fa da Davide Livermore proprio per il
teatro genovese. Una lettura incisiva, moderna ma pucciniana nel
dare spazio alle emozioni, alle passioni più violente. "Tosca" è
l'opera più sadica del teatro musicale: tutti ingannano tutti e
tutti alla fine soccombono. Ma è anche una storia dalle passioni
estreme e Livermore le amplifica e le mostra anche quando (si
pensi alle torture di Cavaradossi) Puccini le relegava fuori
scena.
Livermore ha ideato una scena rotante costituita da un grande
triangolo pendente che ruotando non solo genera i diversi spazi
(la Chiesa, il Palazzo Farnese, Castel Sant'Angelo), ma offre
una visuale dell'azione da angolazioni differenti.
Bella l'idea finale di bloccare Tosca quando sta per gettarsi
da Castel Sant'Angelo con l'Angelo che si protende verso di lei
a volerla proteggere: un fermo immagine di stampo
cinematografico e del resto che Puccini sia stato un precursore
del cinema è stato sottolineato più volte.
La direzione musicale era affidata a Pier Giorgio Morandi che
ha dato ampio fiato alla passionalità che attraversa i tre atti
pucciniani. L'orchestra del Lucchese è densa, ricca, corposa e
molto sonora. Abbandonarsi alla veemenza di certi slanci può
risultare rischioso per l'equilibrio fra buca e palcoscenico. E
in effetti in più di un'occasione le voci hanno faticato ad
emergere come nella scena a Palazzo Farnese.
Le voci hanno in parte risentito di questo problema, tuttavia,
hanno entusiasmato la platea nelle pagine più famose: così Maria
Josè Siri, temperamento assai drammatico, ha ricevuto
un'ovazione dopo "Vissi d'arte" al pari del generoso tenore
Riccardo Massi dopo "E lucevan le stelle". Efficace lo Scarpia
di Amartuvshin Enkhbat e bene con i cori anche gli altri, da
Dongho Kim a Matteo Peirone, da Manuel Pierattelli a Claudio
Ottino e alla giovanissima Maria Guano. (ANSA).
Al Carlo Felice una Tosca da applausi
Ovazione per il "Vissi d'arte" di Maria Josè Siri