Liguria

Al processo sul crollo del Morandi è l'ora di Mion e Tomasi

Saranno in aula il 22 maggio

Al processo sul crollo del Morandi è l'ora di Mion e Tomasi

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 11 MAG - Sarà in aula tra poco meno di due settimane Gianni Mion, ex amministratore delegato della holding dei Benetton Edizione, ex consigliere di amministrazione sia di Autostrade per l'Italia sia della sua ex controllante, Atlantia.
    Il manager verrà sentito come testimone dell'accusa il 22 maggio, insieme all'attuale ad di Aspi Roberto Tomasi e a Giuliano Mari, ex presidente di Aspi.
    Mion in un interrogatorio di due anni fa aveva detto al pubblico ministero Massimo Terrile che "Autostrade sapeva dal 2010 che il ponte Morandi era a rischio crollo, che c'era un difetto di costruzione, e che la sicurezza la autocertificavamo". Il manager era stato anche intercettato dopo il crollo della volta della galleria Bertè, in A26 il 30 dicembre 2019: è una coversazione con Carlo Bertazzo, allora ad di Atlantia e Fabio Cerchiai, all'epoca presidente di Atlantia.
    I tre scherzano e come riportano le informative delle fiamme gialle "Cerchiai dice 'per andare giù devo fare tutte le gallerie' e Mion 'Devi andare in aereo, devi andare in aereo', e ridono". Non solo. Subito dopo il crollo del Morandi in una telefonata dice che "le manutenzioni le abbiamo fatte in calare e Gilberto e i Benetton erano contenti".
    All'udienza di oggi è finito il contro esame del professore della Sapienza Fabio Brancaleoni che nel 2016 fece uno studio sul retrofitting con la Edin. Il professionista aveva suggerito ad Aspi di seguire il consiglio di Cesi e fare un monitoraggio dinamico degli stralli e di fare le ispezioni ravvicinate ogni anno anziché due. "Lo consigliammo perché era il modo corretto di procedere e non perché ci fossero segnali di un crollo incipiente. Altrimenti avrei insistito di più per farle".
    (ANSA).
   

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