(ANSA) - GENOVA, 01 AGO - I carabinieri del nucleo Subacquei del comando di Genova stanno cercando, lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce dell' Entella, la testa di Mahmoud Abdalla, il giovane egiziano ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e il cui cadavere è stato mutilato di testa e mani.
Secondo quanto appreso, è stato uno degli indagati a collaborare con gli investigatori dando indicazioni sul luogo dove si potrebbe ancora trovare la testa.
In una telefonata la 'quasi' confessione di 'Tito'
"L'hai ucciso tu, lo hai fatto a pezzi" "Non volevo, il coltello non era mio". Questo scambio di battute al telefono tra il fratello di 'Bob' Abdelghani (uno dei due indagati per l'omicidio di Mamhoud Abdalla, il giovane egiziano massacrato la notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio), e 'Tito' Abdelwahab è stato registrato e consegnato a uno degli avvocati di Bob. Una 'quasi' confessione resa da Tito accusato da Bob di aver ucciso Mahmoud e poi di aver tagliato a pezzi il cadavere. 'Bob', secondo quanto appreso sta collaborando con gli inquirenti per far ritrovare sia i resti del ragazzo che le armi del delitto, il coltello che sostiene essere stato nella disponibilità di Tito e una mannaia utilizzata per tagliare via testa e mani. Domani, nell'interrogatorio di convalida del fermo, il gip Catalano dovrà decidere la misura cautelare a carico di Bob e Tito. Per il sostituto procuratore Daniela Pischetola, titolare delle indagini, il rischio di fuga, la possibilità di distruggere prove e la pericolosità sociale devono portare alla misura cautelare del carcere.