Liguria

Mahmoud, sommozzatori dell'Arma cercano testa tra scogli

Indagato collabora, ricerche vicino a foce Entella

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 01 AGO - I carabinieri del nucleo Subacquei del comando di Genova stanno cercando, lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce dell' Entella, la testa di Mahmoud Abdalla, il giovane egiziano ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e il cui cadavere è stato mutilato di testa e mani.
    Secondo quanto appreso, è stato uno degli indagati a collaborare con gli investigatori dando indicazioni sul luogo dove si potrebbe ancora trovare la testa. Mohamed Ali Abdelghani detto Bob, uno dei due indagati per l'omicidio di Mahmoud Abdalla - il giovane egiziano di 19 anni ucciso a coltellate e mutilato di testa e mani nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio - "è sconvolto. Ma vuole collaborare, tanto che ha dato indicazioni che possono far ritrovare la testa mozzata di Mahmoud", che potrebbe trovarsi tra gli scogli. Lo ha detto l'avvocato che assiste Bob, Salvatore Calandra. "Bob è arrivato in Italia da clandestino, qui ha ritrovato il fratello ed è stato coinvolto in una cosa terribile. Non fa che piangere, è totalmente sconvolto. Ma la sua posizione è chiara: è finito dentro una cosa che davvero non si aspettava. E' stato minacciato e ha avuto paura per la sua famiglia". Lo ha detto l'avvocato che assiste Bob, Salvatore Calandra che ha visitato l'uomo in carcere. Anche la comunità musulmana "è sconvolta. Abbiamo pregato per Mahmoud, una preghiera collettiva con alcuni dei suoi amici - ha detto l'imam Husein Salah - che sono tutti molto tristi e arrabbiati. La nostra legge vieta di sfigurare un defunto, è un'offesa a lui e ai suoi familiari. Quel che è successo è terribile e per di più per una cosa così futile - ha concluso l'imam -. So che Ahmed Abdalla, fratello del defunto (che è in Italia da oltre un anno e lavora per una ditta edile a Milano, ndr) si è incaricato di avvertire la madre in Egitto. Le esequie? quando sarà possibile lo seppelliremo nel Maqbara vicino al cimitero di Staglieno. E la testa dovrà essere seppellita con lui".

   In una telefonata la 'quasi' confessione di 'Tito' 
"L'hai ucciso tu, lo hai fatto a pezzi" "Non volevo, il coltello non era mio". Questo scambio di battute al telefono tra il fratello di 'Bob' Abdelghani (uno dei due indagati per l'omicidio di Mamhoud Abdalla, il giovane egiziano massacrato la notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio), e 'Tito' Abdelwahab è stato registrato e consegnato a uno degli avvocati di Bob. Una 'quasi' confessione resa da Tito accusato da Bob di aver ucciso Mahmoud e poi di aver tagliato a pezzi il cadavere. 'Bob', secondo quanto appreso sta collaborando con gli inquirenti per far ritrovare sia i resti del ragazzo che le armi del delitto, il coltello che sostiene essere stato nella disponibilità di Tito e una mannaia utilizzata per tagliare via testa e mani. Domani, nell'interrogatorio di convalida del fermo, il gip Catalano dovrà decidere la misura cautelare a carico di Bob e Tito. Per il sostituto procuratore Daniela Pischetola, titolare delle indagini, il rischio di fuga, la possibilità di distruggere prove e la pericolosità sociale devono portare alla misura cautelare del carcere.
   

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